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28 Mar 22 SOSTENIBILITÀ E TRANSIZIONE ECOLOGICA: IL RUOLO DELLA CULTURA PER RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO
L’obiettivo dell’Agenda 2030 dell’Onu è chiaro e concreto. Al centro c’è il futuro del pianeta, della prosperità e della qualità della vita: la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile per un totale di 169 traguardi da percorrere nell’arco dei prossimi 13 anni, ossia entro il 2030.
La parola sostenibilità è diventata, quindi, una questione urgente ed ha assunto un ruolo determinante nell’organizzazione generale di ogni attività e aspetto del vivere. Non è più solo questione di cambiamento climatico, di scienza o di attivismo sociale. La via è unica e necessariamente da condividere. Non da meno è la responsabilità del mondo della cultura che, proprio per i suoi capisaldi educativi e formativi, può veicolare messaggi che responsabilizzano sui temi ambientali e diventare tra i leader di questa improrogabile trasformazione.
“La sostenibilità è cultura e la cultura del terzo millennio non può che essere sostenibile”: è il titolo dell’interessante contributo contenuto nell’Undicesimo rapporto “Io sono cultura” realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Regione Marche in collaborazione con l’Istituto per il Credito Sportivo.
L’intervento mette in luce innovazioni e buone pratiche nella filiera delle ICC (Imprese Culturali e Creative), che ha compreso quanto fare rete sia essenziale, dentro e fuori dai suoi ambiti di attività.
La tutela dell’ambiente diventa principio costituzionale
Le tempistiche stringenti sono, come è chiaro, alla base di ogni scelta strategica e politica fin da ora. In queste direzioni si pone lo stanziamento di 300 milioni di euro stabilito dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) del governo italiano per la modernizzazione dei sistemi energetici anche di teatri, musei e cinema. Come anche la recente approvazione prima al Senato e poi alla Camera della modifica agli articoli 9 e 41 della Costituzione per la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi.
“Una sfida nella sfida”, come l’ha definita il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani e “non un vincolo, ma una condizione ed insieme un obiettivo per la vita sociale ed economica”, come ha commentato Andrea Orlando, ministro del Lavoro. “La difesa del pianeta diventa la premessa alla piena realizzazione della persona – continua il ministro Orlando – L’uomo, anche nella nostra Carta, riconosce che sono necessari limiti alla propria azione, pena la catastrofe. Poche lettere cambiano la gerarchia dei beni da tutelare“.
L’iniziativa risulta particolarmente mirata per un paese come l’Italia che, oltre a vantare un immenso patrimonio culturale, possiede anche siti importanti a livello naturalistico. Questa vittoria è sicuramente frutto dell’impegno dei più giovani che da alcuni anni stanno insistendo sulla crisi climatica. Si sta rafforzando un dialogo tra generazioni che guarda al futuro al fine di mobilitare scelte politiche e civili che non ammettono deroghe per nessuno.
Sostenibilità: i musei come leve di cambiamento?
Tutti i luoghi della cultura, che siano teatri, musei o eventi espositivi, diventano inevitabilmente partecipi di questi importanti cambiamenti e sicuramente tra i modelli principali di impegno civico, sensibilità e concretezza. I musei hanno l’opportunità di condividere questo messaggio universale sia come contenitore che come contenuto, sensibilizzando i loro pubblici e la cittadinanza. Possono da una parte diventare una struttura auto sostenibile a livello energetico ed ecologico (sia per le esposizioni permanenti che temporanee), dall’altra farsi divulgatore verso il proprio pubblico con sezioni tematiche o attraverso mostre ed eventi dedicati a questi argomenti. Gli stessi eventi hanno l’urgenza di essere pensati ad “impatto zero”.
Le organizzazioni culturali verso un processo di innovazione green
La transizione digitale è un processo che ha avuto una profonda accelerata negli ultimi anni, anche in concomitanza con le necessità imposte dalla pandemia, che hanno acceso prepotentemente una nuova sensibilità capace di influenzare la collettività. Sono interessanti occasioni che vale la pena sfruttare, soprattutto nel mondo della cultura.
Per ottenere i risultati green dell’Agenda 2030, molte imprese culturali e creative nazionali stanno già producendo iniziative sostenibili che prediligono investimenti in tecnologie pulite, digitalizzazione e nuove competenze in materia, con notevoli vantaggi anche in termini di immagine. Questa è la migliore strada tracciata verso il futuro.
Pubblico e privato oggi hanno un impegno importante a cui non possono sottrarsi: porsi al servizio della società per il suo sviluppo sostenibile. Ma con un obiettivo ben saldo.
Sostenibilità non è solo un concetto.
Sostenibilità non significa trovare compromessi.
Sostenibilità è realizzare tutti insieme il cambiamento.