INTERVISTE DAI COMUNI: Annalisa Crea, Assessore alla cultura del Comune di Palazzo Pignano (Cr)

Pubblicato in Interviste, News

11 Dic 23 INTERVISTE DAI COMUNI: Annalisa Crea, Assessore alla cultura del Comune di Palazzo Pignano (Cr)

Annalisa Crea è Assessore alla biblioteca, cultura e sviluppo dell’attrattività del Comune di Palazzo Pignano (Cremona) da dicembre 2022.

Le abbiamo chiesto progetti, visioni e suggerimenti sulla sua città.

Assessore, su quale progetto culturale state lavorando per il Comune di Palazzo Pignano?

C’è un grande lavoro che stiamo portando avanti. Prima di tutto stiamo sistemando il percorso didattico e la cartellonista informativa del nostro ampio sito archeologico, che hanno bisogno di essere rifatte totalmente. È la base per procedere con ogni progetto di promozione del nostro territorio. L’obiettivo è importante. Infatti abbiamo appena vinto un finanziamento per sistemare l’Antiquarium e dare vita così al progetto didattico che stiamo realizzando in collaborazione con Maggioli Cultura e Turismo. Abbiamo aderito anche ad un bando ulteriore per riqualificare tutta l’area antistante all’Antiquarium ed avremo risposta a nuovo anno. Il progetto prevede nuovi parcheggi per auto e pullman, uno spazio eventi, l’orto didattico e l’ampliamento della strada di collegamento con il Comune di Pandino. Anche le vie di comunicazione sono, infatti, fondamentali.

Stiamo sviluppando, inoltre, una collaborazione profonda con l’Università Cattolica e il Dipartimento di Archeologia, per aumentare le indagini archeologiche sul nostro territorio, ancora ricco di possibili scoperte. Proprio a tal fine stiamo chiudendo un accordo con uno sponsor che finanzierà la campagna di scavi per i prossimi tre anni.

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Parliamo ora di Palazzo Pignano come “meta non comune”: quali sono le tre cose assolutamente da fare o da vedere, secondo lei, per chi visita la vostra città?

Sicuramente tutta l’area archeologica, composta da tre luoghi: l’Antiquarium, la pieve protoromanica con all’interno i resti della chiesa romanica a pianta circolare e lo scavo archeologico con i resti di una villa romana tardo antica e di vita medievale fino circa all’anno Mille.

Secondo luogo che consiglio di visitare è Villa Marazzi, una splendida dimora del XVI secolo caratterizzata da una imponente torre situata nella corte principale (presente anche nel logo del Comune). La villa offre al suo interno ampie sale affrescate, che le infondono un’atmosfera nobile e romantica. All’esterno un grande parco con piante secolari è impreziosito da una grande piscina. Ci sono poi le frazioni di Scannabue, la più grande, più trasversale e dall’animo rock dove c’è la villa settecentesca Orieto Sangiovanni, e di Cascine, dall’anima dandy e naif, con una storia che risale al 1800 e la presenza di strutture di architettura rurale detti “Purtegàde”, ossia case disposte in orizzontale. Sono patrimonio di storia agricola e contadina, protetto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.

Tutto il nostro territorio si trova nel Parco del Fiume Tormo, con un’importanza quindi anche a livello paesaggistico. Era una zona con un lago centrale su cui in età longobarda si ergeva l’Insula Fulcheria e da qui si muovevano tutti i commerci e le comunicazioni nel territorio.

Rivolgiamo l’attenzione ai giovanissimi. C’è un progetto culturale che state portando avanti a Palazzo Pignano, oppure che vorrebbe realizzare, per le generazioni future?

Il mio sogno e obiettivo sarebbe realizzare a Palazzo Pignano un polo culturale. Abbiamo già stretto un accordo di collaborazione di PCTO (percorsi trasversali per l’orientamento, ex alternanza scuola lavoro) con l’Istituto tecnico di Istruzione Superiore Marazzi di Crema che ha un indirizzo turistico, commerciale ed enogastronomico. Mi piacerebbe che i giovani del nostro territorio, ma non solo, potessero fare un’esperienza lavorativa e di studio come studenti di scuola superiore ma anche di Università, ad esempio nei Dipartimenti di Archeologia, Storia o Storia dell’Arte. La cultura non deve essere soltanto un cameo, ma una fonte di energia di sviluppo del territorio. Nello specifico a Palazzo Pignano siamo gli unici ad avere un sito archeologico così importante nella nostra zona e questo ci identifica. Va messo quindi assolutamente in luce e va sviluppato, partendo proprio dall’esperienza dei più giovani e dalle loro idee, anche con i nuovi mezzi di comunicazione. Possono essere protagonisti attivi, magari trovando anche ispirazione per fondare cooperative culturali, e dare un contributo significativo per rendere Palazzo Pignano un polo culturale e un’officina di lavoro per il presente e il futuro.

Qual è, Assessore, una delle ultime “mete” culturali/turistiche che ha visitato? Una mostra, un museo, un borgo, un monumento storico o contemporaneo…

Faccio una premessa. Sono diplomata perito aereonautico e quindi ho il movimento nel mio essere. Sono entrata nel mondo del turismo attraverso i tour operator, fino a raggiungere il ruolo di quadro d’impresa per diversi anni. Ho nel cuore in particolare l’Africa del Sud, luogo di introspezione dove si ammira la natura e i colori. Ho avuto quindi la possibilità di viaggiare tanto, ma alla fine il luogo che preferisco è quello che mi riporta a casa, un po’ come nel libro “L’alchimista” di Coelho.

Tra i posti che ho visto di recente, sicuramente la mostra “Marius: genio e macchina”, dedicata a Mario Stroppa un poliedrico Leonardo Da Vinci moderno. E poi Roma, di certo il posto più bello del mondo. Croce e delizia, sensuale e dogma, un insieme di archeologia e storia, ha dentro di tutto. Ho avuto modo di visitarla anche di notte, altra magia ancora.

Se dovesse tornare nella città di Palazzo Pignano dopo 10 anni di assenza, quale sarebbe la prima cosa che vorrebbe sicuramente rivedere o fare?

Il verde sterminato, la pieve che è l’immagine simbolo di Palazzo Pignano, le stecche delle cascine. E soprattutto rincontrare le persone della nostra città, in particolare le più anziane, che hanno tanto da raccontare. Sono l’anima di Palazzo Pignano e quando torni pensi che sono ciò che ti è veramente mancato. Le persone sono abituate a vivere qui e difficilmente si allontanano, anche per poco tempo. Sono scrigni di conoscenze e patrimonio tradizionale di eredità collettiva.


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