INTERVISTE FUORI DAL COMUNE: Mattia Santori, presidente del Territorio Turistico Bologna — Modena

Pubblicato in Interviste, News

05 Ott 24 INTERVISTE FUORI DAL COMUNE: Mattia Santori, presidente del Territorio Turistico Bologna — Modena

Presidente Santori, il Territorio Turistico Bologna — Modena è un sistema innovativo. Come è nato questo percorso condiviso?

È un’operazione sorta per stare al passo con i tempi e per adattare un sistema turistico alle sfide turistiche attuali. Allargare, quindi, il panorama territoriale togliendo tensione ai centri storici, in particolare a quello di Bologna, e lavorare sulle sinergie di due territori accomunati da tre driver molto forti: il cibo, i motori e il turismo attivo. Stiamo parlando di 100 Comuni in totale, nelle province di Bologna e Modena, che vanno dalla montagna sopra i 2000 metri fino alle pianure e alle ciclovie.

Quali sono i programmi imminenti per l’autunno/inverno 2024?

Per noi l’autunno, oltre alle nostre leve storiche come le fiere, i congressi e il turismo business, è la stagione in cui ci rivolgiamo ad un pubblico misto, locale, nazionale e straniero. Tra le attività che proponiamo ci sono i “Weekend del gusto”, ossia 70 proposte fuori porta rispetto alle città di Bologna e Modena. Si tratta di appuntamenti culturali trainati dall’enogastronomia. A novembre lanceremo la seconda edizione di “Autunno fuori dal Comune”, la campagna di turismo di prossimità dedicata ai residenti bolognesi e modenesi. Si tratta di quattro weekend con eventi a prezzo simbolico per stimolare gli stessi cittadini a visitare attrattori del loro territorio, a volte più noti ai turisti che ai residenti. Un esempio può essere il Museo Horacio Pagani a San Cesario sul Panaro, in provincia di Modena, oppure la Rocchetta Mattei di Bologna. “Autunno fuori dal Comune” sono circa quindici proposte, di varia tipologia e notorietà, che si ripetono per tutti i weekend e nelle scorse edizioni sono andate sempre sold out. Sono un modo per aiutare i gestori a confrontarsi con flussi importanti e allo stesso tempo uno stimolo per le famiglie e non solo a conoscere i luoghi e diventare a loro volta ambasciatori del territorio. È un processo culturale molto affascinante vedere Modenesi e Bolognesi che si incontrano magari a Sassuolo in un palazzo storico che non avevamo mai visto. Sono prodotti rivolti quindi alla cittadinanza per quel buon passaparola che nel turismo è la prima e la più forte forma di promozione territoriale. Più c’è consapevolezza interna più si riesce a trasmettere anche ai turisti il valore reale di un luogo.

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Ci può dare, presidente, qualche anticipazione anche per la programmazione 2025? Ci sono dei punti prioritari?

Siamo nella fase in cui dobbiamo consolidare le linee strategiche. Da un lato l’obiettivo è decongestionare il centro storico, incentrando sul “fuori porta” la nostra linea comunicativa di proposte. È il cosiddetto “turismo orizzontale”: spalmare le presenze su un territorio più ampio per ridistribuire al meglio indotto e ricchezza. Dall’altro lato intendiamo consolidare i prodotti costruiti in questo periodo. La linea strategica degli ultimi anni sono gli eventi culturali e soprattutto sportivi. Puntiamo infatti, insieme alla Regione Emilia-Romagna, a consolidare Bologna come meta di eventi sportivi sia indoor che outdoor, rinnovando le convenzioni con le federazioni.

La sostenibilità è uno dei temi cardine alla base di Territorio Turistico Bologna — Modena. In che modalità?

In ambito turistico, sostenibilità è un termine molto ampio. Per noi significa evitare e calmierare gli impatti negativi che la pressione turistica rischia di generare. Reputo che sia quindi fondamentale decongestionare i flussi nel centro storico di Bologna e rallentare il più possibile la tensione abitativa. Abbiamo comunque la grande fortuna di avere degli albergatori illuminati: tra gli altri a Bologna c’è il primo albergo in Emilia-Romagna certificato GSTC (Global Sustainable Tourism Council), la prestigiosa certificazione a garanzia internazionale del turismo sostenibile. Sappiamo bene che si sta andando in questa direzione. Operiamo in un territorio, quello di Bologna-Modena, dove il turista che gira è stimolato a partecipare all’obiettivo climatico, perché vive un’attenzione alla sostenibilità ambientale che è ben perseguita nelle città principali come nei rispettivi territori, dal dettaglio alle sfide più grandi.

In una destinazione turistica, da sempre, l’accoglienza fa la differenza. Avete previsto interventi specifici nel quadro complessivo tracciato dal Programma di Promo-Commercializzazione 2025?

Il Piano di Promo-Commercializzazione, che rinnoviamo ogni anno, ha una visione triennale. Sappiamo che oggi non abbiamo un problema di afflusso turistico, ma dobbiamo investire sulla qualità dei servizi. Ci stiamo concentrando sul tema dei trasporti e delle location degli eventi. Bologna in questo momento storico è una città in grande fermento costruttivo e sta vivendo la più grande trasformazione urbanistica degli ultimi tempi. Nel giro dei prossimi due anni avremo la velostazione più grande d’Italia, due linee di tram, un sistema di trasporto ferroviario metropolitano che collegherà tra loro le città dell’Appennino e della pianura con parcheggi scambiatori, un centro storico pedonalizzato, la tangenziale rivoluzionata e il nuovo stadio. Ora inevitabilmente è un grande cantiere a cielo aperto, che deve convivere con questa trasformazione senza perdere i suoi punti di forza. Dalle infrastrutture di trasporto comunale dentro le mura fino a quelle al di fuori, dedicate al turismo attivo e al cicloturismo, si sta creando una destinazione raggiungibile e fruibile in tante modalità. È una politica che ha previsto un investimento coraggioso, ma sappiamo che passata questa fase di disagi darà alla città e al territorio un nuovo importante volto.

C’è un’altra operazione che desidera evidenziare?

Oltre a quanto realizzato con i recenti eventi sportivi, quali Coppa Davis, Tour de France, Champions League, stiamo lavorando all’ammissione di Bologna ad Euro 2032. Italia e Turchia, infatti, ospiteranno insieme il torneo europeo di calcio nel 2032: attualmente le due nazioni hanno proposto 20 stadi (10 per ciascuna) per le partite, dei quali ne verranno selezionati in totale 10 entro ottobre 2026, ovvero cinque per nazione. Bologna è tra le dieci città italiane candidate insieme con Milano, Roma, Bari, Napoli, Firenze, Torino, Genova, Verona e Cagliari. Contiamo di ottenere questa assegnazione: è un obiettivo di lungo termine, ma sicuramente di gran valore.

Intervista a cura di Sara Stangoni


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