11 Mar 25 Affitti brevi turistici: pro e contro del turismo “mordi e fuggi”
Il mondo degli affitti brevi turistici è quello che, negli ultimi anni, ha trasformato profondamente il panorama turistico delle destinazioni italiane, ponendo nuove opportunità e criticità per gli amministratori delle destinazioni. Se da un lato queste forme di ospitalità contribuiscono a diversificare l’offerta ricettiva e a distribuire i flussi turistici in maniera più capillare, dall’altro emergono problemi legati alla gestione della residenzialità (sempre meno case sono disponibili per gli affitti a lungo termine spingendo alcune fasce di popolazione verso le periferie), alla regolamentazione fiscale ed alla sostenibilità dell’accoglienza stessa della destinazione.
L’elevato tasso di morosità negli affitti a lungo termine (secondo Nomisma un terzo dei locatori ha subito ritardi nei pagamenti dai 2 ai 4 mesi) sta spingendo sempre più proprietari verso questa formula che comporta rischi minori, minore usura del bene e, a volte, maggiore redditività.
In questo scenario, un altro fenomeno che sta incidendo pesantemente sulle economie locali e sulla qualità della vita dei residenti è quello del turismo “mordi e fuggi”, che si intreccia con la crescente presenza di affitti brevi e la conseguente riduzione dell’offerta abitativa. Potremmo dire che il fenomeno degli affitti brevi turistici segue, per alcuni aspetti, l’introduzione del modello delle compagnie aeree low cost: ampia disponibilità di offerta capillare sul territorio (valorizzazione degli aeroporti decentrati), prezzi generalmente più bassi delle soluzioni “di linea” (nel nostro caso gli alberghi) e maggiore flessibilità nell’uso del bene (cancellazioni di voli da una parte in caso di scarso riempimento e recupero del bene a fini personali o alla vendita nel caso degli immobili).
__________________________________________________________________________
Desideri trasformare il tuo Comune
in una destinazione turistica?
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER “Mete non Comuni”.
Interviste, approfondimenti, strumenti, esempi virtuosi, opportunità.
RIMANI SEMPRE AGGIORNATO CON MAGGIOLI CULTURA > CLICCA QUI
__________________________________________________________________________
Questa situazione ha portato, lato clienti, ad un ampliarsi del bacino di utenza, lato proprietari, alla possibilità di integrare il reddito valorizzando il proprio investimento immobiliare, infine, lato pubblica amministrazione, a volte, ha scatenato delle tensioni istituzionali tra Governo e Regioni come dimostra il caso della Toscana.
Il tentativo della Regione di introdurre restrizioni per limitare l’impatto degli affitti brevi in alcune aree urbane si è scontrato con l’impugnazione da parte dello Stato, evidenziando la difficoltà di trovare un punto di equilibrio tra tutela della residenzialità e libertà d’impresa.
Per gli amministratori delle destinazioni turistiche, questa situazione rappresenta un segnale importante: ogni regolamentazione locale che intervenga sul mercato delle locazioni brevi deve essere attentamente calibrata e supportata da dati solidi sull’impatto del turismo sulle comunità.
Le stesse comunità che sono state messe sotto pressione dal turismo “mordi e fuggi” il quale, in base al recente studio di Jfc, comporta costi elevati per le amministrazioni comunali che devono gestire l’afflusso massiccio di visitatori senza un adeguato ritorno economico derivante da pernottamenti e tasse di soggiorno.
In città come Venezia, Firenze e Roma le spese extra per servizi pubblici, trasporti, gestione dei rifiuti e sicurezza possono arrivare fino a 20 milioni di euro all’anno. Anche centri più piccoli, come Verona, Napoli e Perugia, subiscono un impatto economico significativo, con costi che oscillano tra i 2 e i 7 milioni di euro. In media, ogni visitatore giornaliero comporta una spesa aggiuntiva per il comune di circa 2,9 euro, che può salire fino a 4,7 euro in località ad alta pressione turistica come Venezia.
Per affrontare queste sfide, alcune amministrazioni stanno adottando misure specifiche. Venezia, ad esempio, ha introdotto un contributo di accesso per i turisti giornalieri, con tariffe che variano tra 5 e 10 euro a seconda del periodo e del momento della prenotazione. Nel 2025, il numero di giornate soggette a questa tariffa è stato raddoppiato, passando da 29 a 54, con l’obiettivo di mitigare gli effetti negativi dell’overtourism e garantire una gestione più sostenibile dei flussi.
L’effetto che eventi di grande richiamo come il Giubileo 2025 hanno sul mercato degli affitti brevi è un altro elemento che gli amministratori locali devono considerare con attenzione. A Roma, la previsione di un afflusso straordinario di visitatori non ha ancora generato il boom di prenotazioni atteso, ma ha già causato un aumento del costo degli affitti a lungo termine.
Per i policy maker delle destinazioni, il rischio è quello di trovarsi di fronte a un tessuto urbano sempre più sbilanciato, con il centro storico e le aree più turistiche trasformate in “città-albergo” e i residenti costretti a spostarsi altrove.
In questo contesto, strumenti come incentivi per la residenzialità, vincoli su nuove licenze o accordi con i gestori delle piattaforme online potrebbero rivelarsi essenziali per mantenere un equilibrio sostenibile.
Sul fronte economico, i dati forniti da Nomisma parlano chiaro: con un valore di quasi 8 miliardi di euro e un impatto diretto su oltre 54.000 posti di lavoro, il settore degli affitti brevi è ha un impatto significativo nell’industria turistica italiana.
Questo impone agli amministratori locali di considerarlo non solo come una questione regolatoria, ma anche come un elemento strategico di sviluppo economico. Il turismo esperienziale, favorito dagli affitti brevi, contribuisce a destagionalizzare l’offerta e ad ampliare le opportunità per territori meno battuti.
____________________________________________________

MARKETING TERRITORIALE
Rubrica a cura di Marco Cocciarini
Laureato in Economia del Turismo, è consulente di sviluppo innovativo strategico e tecnologico per il destination management turistico in particolare su progetti di cooperazione internazionale e locale. È stato business developer di alcune delle più celebri startup italiane in ambito turistico ed è attualmente responsabile territoriale della loro associazione nazionale.