12 Set 22 I cambiamenti del turismo: 6 macrofattori che impattano sulle figure professionali e le loro competenze
Qualche settimana fa, scartabellando tra volumi tecnici e strategici di turismo ormai datati ma che conservo gelosamente per poter capire la capacità degli “esperti” di anticipare le evoluzioni di mercato (in ottica, ovviamente, di pianificazione imprenditoriale e di destinazione), ho trovato un duecento pagine edito da ISFOL – Istituto per lo Sviluppo della Formazione professionale dei Lavoratori – dedicato all’anticipazione dei fabbisogni professionali del settore turismo. Edito ad aprile 2010 all’interno della collana de “I libri del Fondo Sociale Europeo”. Contravvenendo alla buona norma che suggerisce di riposarsi in vacanza, ho portato con me il volume in spiaggia. Volevo dare subito dei contenuti alla sollecitazione del mio ultimo articolo sull’investire nelle persone (oltre che nelle infrastrutture ovviamente). Ben 12 anni fa parlavamo già di dinamiche di cambiamento che poi si sono rivelate tendenze concrete ed in particolare mi hanno colpito quelli che vengono elencati come 6 macrofattori che impattano sulle figure professionali e le loro competenze.
Il primo è ovviamente il web e le tecnologie informatiche correlate al settore che sono passati da strumenti di mera promozione a indispensabili compagni di viaggio (e di business). Basti pensare all’evoluzione del blogging tematico di destinazione e di viaggio, all’importanza fondamentale delle recensioni ma anche agli strumenti per il self check-in in particolare nel mondo degli affitti brevi turistici e all’interazione turista-destinazione tramite smartphone (e QR code, NFT, ecc.). Il web che prima ispirava il viaggiatore ora aiuta ad esperire il territorio, donando nuove emozioni attraverso la multimedialità.
Il secondo macrofattore è l’aumento esponenziale delle destinazioni turistiche e del turismo internazionale. Realtà sempre più variegate investono per diventare destinazioni turistiche: GAL e GAC, Unioni di Comuni, piccoli borghi (in particolare quelli ex industriali), ambiti territoriali più o meno formalizzati, associazioni di Comuni con o senza imprese private al seguito, associazioni di categoria (anche non specificatamente di ambito turistico), DMC/DMO più o meno professionali, Camere di Commercio e tanti altri. Questa proliferazione, il più delle volte solo di loghi e siti web, offre opportunità alle imprese locali ma anche, a volte, porta confusione nei turisti. In particolare, sul mercato internazionale diviene impossibile trasmettere le vere o presunte peculiarità legate ad uno specifico brand territoriale che a volte nemmeno nell’ambito regionale sono ben riconoscibili.
Il terzo macrofattore è indicato come la nuova mappa mentale del consumatore, indicando come il turista moderno sia molto informato ma le sue priorità siano cambiate: diventa importante vivere esperienze gratificanti che lo fanno sentire parte, anzi, protagonista, del proprio gruppo di riferimento sociale. Per questo si sono evoluti modelli di viaggi e richiesta per servizi tematici: scegliamo viaggi e destinazione dove abbiamo certezza di trovare chi ha i nostri stessi interessi e passioni per non rischiare di tornare senza nulla da raccontare alla nostra “cerchia” di amici. Alcuni operatori turistici (ad esempio GoWorld con i suoi celebri cluster tematici > https://www.goworld.it/) hanno cavalcato questo modello “garantendo” che il gruppo con cui viaggeremo e le destinazioni che visiteremo saranno perfettamente adatte alle nostre esigenze. Questo, come per tanti altri ambiti in cui la comunicazione web è divenuta predominante, ha prodotto una costellazione di proposte turistiche verticali con notevoli effetti sullo sviluppo di nuovi servizi specifici nelle destinazioni ed anche una fidelizzazione rilevante che rende spesso inutili gli investimenti in promozione e marketing.
Il quarto macrofattore è descritto come il “relativismo della qualità” in cui si dettaglia quanto la qualità percepita (dall’ospite fisicamente alla destinazione) sia condizionata da molteplici fattori di cui la qualità realmente misurabile, ad esempio, dalle stelle per le strutture ricettive, è una delle varianti ma non la principale. Diventano fondamentali i rapporti umani che si instaurano durante l’esperienza sia con chi la offre (il personale addetto) sia con chi la condivide (altri fruitori dello stesso servizio). Diventano fondamentali anche, forse soprattutto, i pre-giudizi (non sempre intesi in modo negativo) che il web ed in particolare le recensioni che abbiamo letto/sentito di chi ci ha preceduto. Se gli stessi sono degli influencer significativi per il nostro “cerchio” la percezione della qualità può cambiare anche radicalmente.
Il quinto macrofattore descritto è quello della ricerca di equilibrio uomo-natura anche e soprattutto in viaggio. Io stesso ho avuto la fortuna di lavorare ad un progetto di cooperazione internazionale (Interreg Italia-Croazia – asse trasporto marittimo) in cui uno degli obiettivi è stato quello di responsabilizzare i viaggiatori a scelte consapevoli sul tema ambientale (ma aggiungerei anche quello etico-sociale) ANCHE durante le proprie vacanze e, ancora più innovativo, cercare di far diventare questa pratica “di moda”. Il turista si trova solitamente davanti ad una triplice scelta quando si tratta di scegliere un mezzo di trasporto: il più rapido, il meno costoso o il più confortevole. Già nel 2010 si ipotizzava una quarta scelta che sta diventando sempre più importante: quella sostenibile. Basta approfondire un po’ il tema del “flight shaming” (letteralmente “vergogna di volare”) per capire come questo andrà ad impattare in futuro sulle scelte di trasporto e sulle destinazioni.
Il sesto macrofattore evidenziato dal volume è quello che analizza il livello di maturità della governance mista pubblico-privata nelle destinazioni turistiche, ma per questo servirà un articolo intero, anzi, forse un libro.
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MARKETING TERRITORIALE
Rubrica a cura di Marco Cocciarini
Laureato in Economia del Turismo, è consulente di sviluppo innovativo strategico e tecnologico per il destination management turistico in particolare su progetti di cooperazione internazionale e locale. È stato business developer di alcune delle più celebri startup italiane in ambito turistico ed è attualmente responsabile territoriale della loro associazione nazionale.
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