08 Apr 24 FINESTRA LEGISLATIVA: VANTAGGI E OPPORTUNITÀ DELLA CREAZIONE DI UN DIPLOMA EUROPEO
La nostra finestra di aprile si apre di nuovo sull’Europa per darvi uno spunto su un tema di estremo interesse, che merita di essere seguito nei suoi sviluppi: la creazione di un diploma europeo.
Ripercorriamo velocemente le tappe del percorso che ha portato alla presentazione del 27 Marzo scorso: la genesi del piano risale infatti al settembre 2020 quando è apparso per la prima volta nel testo della Comunicazione della Commissione europea per la “realizzazione dello spazio europeo dell’istruzione entro il 2025”; successivamente, nel corso del suo discorso sullo stato dell’Unione nel 2023, Ursula von der Leyen ha annunciato il pacchetto di iniziative di cui il Piano è parte. E giungiamo così al 27 Marzo e al comunicato stampa pubblicato sul sito dell’Unione Europea con cui viene presentato tale “pacchetto” composto da tre iniziative di cui la prima è appunto il piano per un diploma europeo, la seconda ha come obiettivo il miglioramento dei “processi di garanzia della qualità e il riconoscimento automatico dei titoli dell’istruzione superiore” e la terza ha lo scopo di “rendere le carriere accademiche più allettanti e sostenibili”.
Come dichiara la Commissione, l’intenzione alla base di queste iniziative è quella di “promuovere la cooperazione transnazionale tra gli istituti di istruzione superiore (università, accademie, istituti di alta formazione, per esempio)”, tenendo presente che i vari Paesi membri hanno diversi sistemi formativi e che ai singoli atenei devono essere garantite “autonomia istituzionale e libertà accademica”. A parere della Commissione un diploma europeo avrebbe un duplice vantaggio: da un lato sarebbe “vantaggioso per gli studenti in quanto agevolerebbe la mobilità ai fini dell’apprendimento all’interno dell’Unione Europea” valorizzandone le competenze trasversali e dall’altro “contribuirebbe a soddisfare la domanda del mercato del lavoro e ad aumentare l’attrattiva dei laureati per i futuri datori di lavoro, attirando nel contempo studenti da tutto il mondo e rafforzando la competitività europea”.
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Un’intenzione che, nelle parole della Commissione, nasce dalla constatazione che un sistema educativo transnazionale “non è più solo un’opzione ma una necessità poiché le sfide chiave del nostro tempo stanno diventando sempre più globali e l’autonomia strategica dell’Europa è sempre più urgente. Motivo per cui le generazioni future devono essere dotate delle competenze e delle capacità di cui le società europee avranno bisogno per prosperare in un mondo sempre più interconnesso”.
La Commissione fornisce poi una definizione di diploma europeo ovvero un diploma “rilasciato al termine di percorsi formativi transnazionali di Bachelor (Laurea Magistrale), Master o Dottorato, riconosciuto automaticamente ovunque nell’Unione Europea e assegnato congiuntamente e su base volontaria da un gruppo di università di tutta Europa”.
Il piano per un diploma europeo si inserisce in un contesto già animato da programmi di collaborazione e cooperazione scientifica nonché di scambio e mobilità studentesca, questi ultimi raggruppati sotto l’ombrello Erasmus Plus, di cui 6 progetti pilota, con la partecipazione di oltre 140 istituti di istruzione superiore, stanno alla base dei criteri comuni individuati per il piano del diploma europeo.
Un progetto ambizioso, dunque, che vedrà la Commissione europea accompagnare tutti gli stakeholders nelle varie fasi attraverso tre strumenti, sostanzialmente: un laboratorio di politica europea, un nuovo forum annuale europeo dei titoli di studio e nuovi progetti di sostegno Erasmus+ ai percorsi di laurea europei.
Un progetto che merita certamente attenzione e di cui potete trovare approfondimenti al seguente link: https://education.ec.europa.eu/news/commission-presents-a-blueprint-for-a-european-degree
Articolo a cura di M. M.