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24 Lug 23 INTERVISTE DAI COMUNI: Annarita Falsacappa, Sindaco del Comune di Bevagna
Annarita Falsacappa è Sindaco, al secondo mandato, del Comune di Bevagna (PG) da ottobre 2021. Le abbiamo chiesto progetti, visioni e suggerimenti sulla sua città.
Parliamo di Bevagna come “meta non comune”: quali sono le tre cose assolutamente da fare o da vedere secondo lei?
Abbiamo molte esperienze che arricchiscono. Chi viene a Bevagna non può non visitare piazza Filippo Silvestri che conserva in modo straordinario tre chiese e Palazzo dei Consoli, tutti monumenti costruiti tra il XII e il XIII secolo. È il nostro centro medioevale.
Poi consiglio di passeggiare per corso Matteotti, l’antica via Flaminia, fino alle parte alta della città, dove si trovano resti importanti di età romana ossia il tempio, le terme e la cinta muraria. Testimoniano la Mevania antica.
Infine non può mancare la visita a Palazzo Lepri con il Museo Civico. Raccoglie la storia di Bevagna che è raffigurata nella sala consiliare dove sono conservati i medaglioni affrescati degli uomini illustri del territorio che hanno operato in tutti i settori, a partire da quelli vissuti in epoca romana fino al XX secolo. Dal 2016 siamo tornati a svolgere il consiglio comunale proprio in questa sala, perché restituisce veramente la dimensione dell’importanza di ciò che si sta facendo quando si amministra la città di Bevagna. Spinge certamente anche a riflettere e ragionare in un certo modo. Tra i ritratti illustri ci sono Francesco Torti, il letterato a cui è intitolato il nostro teatro, l’entomologo Filippo Silvestri, lo studioso di storia locale Fabio Alberti, i pittori Ascensidonio Spacca e Andrea Camassei, come anche il primo sindaco di Bevagna Agostino Mattoli. Palazzo Lepri è ricco di storia, con le sue collezioni di opere d’arte e di reperti archeologici che attestano il passato intenso e ricco della città di Bevagna. All’interno del Palazzo è presente anche l’archivio storico notarile risalente al 1200-1300. Qui si trova conservato l’unico documento notarile che attesta la presenza di Giotto in zona nel periodo in cui veniva affrescata la Basilica di San Francesco di Assisi e quindi favorisce la tesi che sia stato Giotto ad eseguire il lavoro. È un documento che ci viene sempre molto richiesto per eventi, conferenze o mostre specifiche. Nell’archivio è presente anche il “Tacuinum Sanitatis”, tra i pochissimi al mondo. È stato scritto da un medico cristiano di Bagdad intorno al 1000 e la copia che abbiamo è una traduzione del 1300. L’argomento del documento è molto interessante: si parla del vivere bene, ossia la felicità attraverso l’attività sportiva, cibi sani e genuini, vivendo a contatto con un ambiente salubre e godendo della bellezza artistica, culturale e paesaggistica. Questo prontuario medico propone uno stile di vita del tutto simile a quello che si cerca di vivere oggi e che Bevagna è ancora in grado di offrire.
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Recentemente ha riaperto al pubblico il circuito museale cittadino: sei luoghi visitabili con un biglietto unico. Qual è l’obiettivo e che valore ha per chi visita la città di Bevagna?
Con il nuovo gestore Maggioli Cultura e Turismo sono tornati visitabili, con orario continuato e visite guidate, il Museo Civico Palazzo Lepri, le Terme Romane, l’Edificio Portuale, l’Accolta, il Teatro Francesco Torti e il Chiostro di San Domenico. Il circuito è stato arricchito da una nuova identità con il marchio “Bevagna Cultura”, che pone i beni culturali della città al centro. Sono luoghi che rappresentano la storia di Bevagna e ai quali i bevanati sono particolarmente legati, in quanto hanno un forte valore identitario. Visitarli è come entrare nella “parte viva” del paese che trae dal suo rilevante passato l’originalità straordinaria del presente così ricco di cultura e di tradizione. Il sociologo e segretario del Censis Giuseppe De Rita, che è stato insignito del conferimento della cittadinanza onoraria di Bevagna il 13 maggio 2023, conferma l’unicità di Bevagna che ha eletto come luogo ideale della semplicità della vita. Nel 2004, infatti, ci ha regalato un neologismo che è entrato anche nel vocabolario Treccani: “bevagnizzazione”. Sta a significare “il proporre come modello lo stile di vita elegante e al tempo stesso genuino, armonioso e sereno degli abitanti del comune umbro di Bevagna”. Il prof. De Rita ha sottolineato la forza di questo neologismo e la distanza di Bevagna dal titolo di borgo, avendo piuttosto la ricchezza di una città. I bevanati di oggi, infatti, hanno puntato sulla qualità culturale, ad esempio attraverso la rievocazione storica del Mercato delle Gaite, la musica e il teatro, e sulla produzione agricola molto apprezzata. Per De Rita questa intraprendenza, questa volontà di essere proiettati nel futuro e la capacità di vivere in equilibrio (che nasce forse anche dal significato della parola Mevania, ossia “città che è nel mezzo”) fanno la differenza. Sono aspetti che pongono Bevagna proprio in una definizione diversa da borgo che sarebbe limitante: De Rita la definisce infatti città della misura, dell’equilibrio.
Rivolgiamo l’attenzione ai giovanissimi. C’è un progetto culturale per le generazioni future nel suo Comune?
L’attenzione alle nuove generazioni è fondamentale per un’Amministrazione. A Bevagna abbiamo sempre puntato sull’educazione e sulla cultura, che è il futuro. Un paese sano è un paese dove si respira cultura. Abbiamo quindi puntato sulla riqualificazione di tutti i plessi scolastici, adeguandoli simicamente per la sicurezza e la tranquillità degli studenti. Abbiamo anche realizzato il progetto ambizioso di un nuovo polo scolastico moderno fuori dal centro storico, in armonia con l’ambiente, in cui si ritrovano tutti gli ordini scolastici, dall’infanzia alla scuola secondaria di primo grado, oltre a laboratori, palestra, mensa. Questo per offrire servizi e opportunità maggiori per la crescita in equilibrio dei giovani. Siamo già nella fase del progetto esecutivo, aspettiamo di avere un’apertura nel PNRR che possa consentirne la realizzazione. A quel punto, gli edifici scolastici oggi in uso potranno diventare in futuro nuovi luoghi di cultura per altre opportunità.
Poi abbiamo riattivato il progetto musicale medioevale dedicato ai più giovani, per mantenere l’attenzione a questo tema anche nelle nuove generazioni e salvaguardare il livello della nostra rievocazione storica ambientata appunto nel medioevo, il Mercato delle Gaite. Grazie a questa attenzione abbiamo favorito il turismo scolastico, che porta a Bevagna molti studenti, e anche l’apprezzamento di molti medievisti che apprezzano la bravura e la precisione di questa rievocazione, con laboratori artigianali in cui i giovani sono i veri protagonisti nelle vesti di cartari, dipintori, ceraioli, vetrai, cuoiai… Con queste attività acquistano anche una manualità che fa la differenza, perché spesso manca ai nostri giovani e che può diventare per qualcuno anche una professione. Queste botteghe artigianali restano aperte tutto l’anno per le visite sia delle scuole che dei turisti: molti giovani, dopo aver sperimentato questa esperienza, sono oggi all’interno di queste piccole produzioni che vendono anche i prodotti finiti.
Puntiamo inoltre anche sul teatro, con la compagnia locale Agape Teatro, a cui partecipano molti giovani e che produce interessanti spettacoli. Quest’anno è stata portata in scena “Elettra”, con ottimi apprezzamenti. Il 25 luglio sarà riproposta a Spoleto e il 27 agosto torna a Bevagna nell’anfiteatro romano. La passione per la recitazione è stata coltivata da anni nelle scuole attraverso laboratori teatrali che hanno portato spettacoli anche nel Teatro Torti e che come Amministrazione abbiamo sempre favorito.
Qual è, Sindaco, una delle ultime “mete” culturali che lei stesso ha visitato? Una mostra, un museo, un borgo, un monumento storico o contemporaneo…
Bevagna è gemellata con alcune città, che ho avuto il piacere di visitare. Siamo gemellati con Galeata, dal 1984, che ingloba una zona che si chiama “Mevaniola”, ossia piccola Mevania e che quindi in epoca romana ha visto un gruppo di persone trasferirsi in questa cittadina in provincia di Forlì e realizzare opere che ancora ci sono, come i resti di un anfiteatro romano. Siamo andati ultimamente per un confronto e per predisporre una mostra di età romana. Come Amministrazione abbiamo poi organizzato un viaggio a Isle d’Espagnac, in Francia: ci è servito per capire l’impegno che i francesi mettono nel sociale, forse più attivo rispetto al nostro, perché favorito da maggiori infrastrutture dedicate. Altra città gemellata è la belga Manage, poco distante da Bruxelles: è stata un’esperienza importante per rapportarci ad un livello più alto di amministrazione. Abbiamo respirato l’aria di cambiamento collettivo che interessa oggi l’Europoa: un insieme di stati con una grande storia, cultura e tradizione che devono guardare avanti e stare al passo con i tempi. Infine siamo gemellati con Isola delle Femmine, una città siciliana di pescatori, a pochi chilometri da Capaci. Abbiamo un legame particolare con i suoi abitanti, perché sono affascinati da una cultura e un modo di vivere diversi dai nostri. Lo stesso succede a noi: ci hanno fatto scoprire Palermo e altre città nei dintorni come Mondello, Partinico. È stata un’esperienza importante su tematiche di estrema attualità.
Personalmente, poi, ho partecipato recentemente alla mostra di arte contemporanea proposta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno presso l’ex Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata, dove è esposta la Calamita Cosmica di Gino de Dominicis. Inoltre ho visitato l’installazione artistica di Eleonora Rinaldi alla Chiesa del Gesù a Perugia, molto toccante e dal valore religioso significativo. Non disdegno infine la partecipazione a concerti, rappresentazioni teatrali e presentazioni di libri.
Se dovesse tornare nella sua città dopo 10 anni di assenza, quale sarebbe la prima cosa che vorrebbe sicuramente rivedere o fare?
Partendo dal presupposto che assentarmi tutto questo tempo sarebbe impossibile, sicuramente per prima cosa vorrei entrare da porta Foligno, visitare la città dai corsi principali fino ai vicoli per capire cosa potrebbe essere cambiato e cosa c’è di nuovo. Entrerei poi nel teatro, nelle chiese e mi siederei sulle scale del teatro, davanti alla fontana di piazza Silvestri, per ascoltare il rumore dell’acqua che scorre e per vedere la gente che passa, così da salutare chi conosco e scambiare due chiacchiere come siamo soliti fare nel nostro paese ogni giorno. La bellezza dei paesi è proprio questa: raccontarsi con semplicità, scambiare idee con volti amici, parlare del più e del meno o condividere pensieri importanti. Vivere a Bevagna, infatti, è un’esperienza unica, difficile da spiegare a parole. Chi arriva, ritorna e spesso decide di fermarsi. Chi ci è nato, cerca di rimanere. Come Amministrazione stiamo cercando proprio di rendere Bevagna sempre più accogliente e un paese ricco di iniziative ed opportunità.