Pubblicato in Interviste, News
20 Gen 25 INTERVISTE DAI COMUNI: Gianmario Borroni, sindaco di Monte Rinaldo
Gianmario Borroni è Sindaco del Comune di Monte Rinaldo (Fermo) dal 2014. Gli abbiamo chiesto progetti, visioni e suggerimenti su questo borgo marchigiano dal punto di vista culturale e turistico.
Monte Rinaldo è il secondo comune più piccolo del Fermano. Quali sono, Sindaco, le tre cose che consiglia assolutamente di fare o di vedere a chi visita questa bella “meta non comune”?
Visitare Monte Rinaldo è un viaggio immersivo nelle Marche rurali, alla scoperta della natura e del paesaggio che ci circonda. Questo territorio è stato preservato fino ad oggi da grandi interventi dell’uomo e insediamenti anche industriali e quindi è un contenitore autentico di natura e bellezza. Ci troviamo tra la valle del fiume Aso e la valle del fiume Ete, su un colle rialzato. Consiglio quindi di passeggiare per il borgo, così da spaziare con lo sguardo dai monti Sibillini fino all’azzurro del mare, dall’entroterra fermano e maceratese fino a scorgere il Conero.
Imperdibile è il sito archeologico La Cuma, il nostro gioiello ma anche una peculiarità regionale. La Questo santuario ellenistico, infatti, è un unicum assoluto nel Piceno che stupisce per la sua straordinarietà. Datato II-I secolo a.C., sorge isolato sulle colline di Monte Rinaldo e dall’alto si apre una vista spettacolare che spazia sul panorama della vallata. Visitare il santuario La Cuma significa compiere un viaggio nel tempo di oltre 2000 anni che conquista tutti, adulti e bambini; è composto da tre edifici distinti ossia un tempio centrale dedicato a Giove, un sacello dedicato ad Ercole ed un monumentale portico a doppio colonnato, in linea con le architetture ellenistiche che in quel periodo si diffondevano in tutto il Mediterraneo. Per la sua gestione abbiamo attivato dallo scorso anno una collaborazione con Maggioli Cultura e Turismo.
L’area archeologica La Cuma è indubbiamente un unicum nel territorio marchigiano e non solo. Sono attivi in questo momento studi specifici, nuove indagini archeologiche o progettualità per la sua valorizzazione?
Nel 2016 abbiamo ripreso un percorso di studi e di ricerche, sottoscrivendo due convenzioni con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata e con l’Università di Bologna mirate una alla valorizzazione e l’altra alla ricerca scientifica. Ora le due convenzioni sono state fuse insieme con interessi più ampi. La collaborazione del Comune con questi due enti è stata ulteriormente avvalorata dalla disponibilità dell’Accademia Britannica di Archeologia che ci accompagna in questo cammino.
Dal 2016 abbiamo quindi iniziato le prime indagini geofisiche e le campagne di scavo, terminate nel 2023 con un’importante raccolta di dati. Nel 2020 abbiamo presentato la prima pubblicazione dopo 60 anni di indagini archeologiche. Oggi stiamo affinando i dati scientifici per una seconda pubblicazione. Abbiamo in previsione una ripresa degli scavi, perché ci sono zone nell’immediate vicinanze ancora da esplorare. Parallelamente abbiamo ottenuto, grazie all’impegno della Soprintendenza, anche finanziamenti diretti dal Ministero della Cultura che serviranno a migliorare l’accessibilità e la fruibilità del sito archeologico. Siamo già nella fase progettuale, con la realizzazione di nuovi percorsi e nuovi impianti di illuminazione sia di giorno che di notte. Infine il Comune, anche grazie a finanziamenti della struttura commissariale sismica, ha acquisito un immobile rurale nelle immediate vicinanze del santuario e abbiamo già il progetto per il suo recupero architettonico. Ci consentirà di avere uno spazio per sviluppare ulteriori attività ed eventi.
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Valorizzare un piccolo borgo dal punto di vista culturale e turistico non è sempre semplice. Qual è la vostra politica per Monte Rinaldo, pensando anche alle generazioni più giovani?
Gli interventi che un ente realizza servono in un’ottica di programmazione a medio-lungo periodo per invertire delle tendenze come lo spopolamento, che investe purtroppo anche Monte Rinaldo già da diversi decenni. Noi abbiamo puntato molto non solo sulla riqualificazione del patrimonio edilizio, ma anche sul garantire servizi digitali oggi necessari e sul sostegno al mantenimento di alcune attività commerciali. Siamo in procinto di realizzare importanti interventi, grazie al finanziamento ottenuto con il bando “Borgo accogliente” della regione Marche, che influiranno in modo positivo sulla vivacità economica e sociale di Monte Rinaldo. Tutto questo si completa con il Progetto Smart Village 2.0 di assistenza socio-sanitaria essenziale per le categorie più fragili della nostra comunità e che portiamo avanti con diversi comuni dell’area limitrofa. Tutte queste strategie messe in rete hanno l’obiettivo di continuare a garantire la nostra resilienza: ad oggi abbiamo un saldo zero tra chi parte e chi resta. La strada giusta è questa, è ancora in salita, ma siamo consapevoli delle nostre necessità e potenzialità. Con gli altri borghi marchigiani dell’associazione Borghi Autentici d’Italia, di cui Monte Rinaldo è capofila, portiamo avanti una visione del borgo come comunità ospitale, perché insieme al bello del borgo c’è anche il vero della sua comunità. Tra le iniziative che vorremmo porre in essere, quindi, è l’albergo diffuso per essere ancora più accoglienti.
Qual è, Sindaco, una delle ultime “mete” culturali che lei stesso ha visitato in Italia? Un borgo caratteristico, una mostra, un’attrazione turistica oppure un monumento storico o contemporaneo…
In questi ultimi mesi, proprio in virtù dell’incarico di capo delegazione delle Marche per l’associazione Borghi Autentici d’Italia, ho fatto un po’ di scouting in giro per la regione. M è servito per guardare cosa ci circonda con un occhio diverso, pur già conoscendo i territori. Ho avuto modo di visitare tutti borghi splendidi e alcuni mi hanno sorpreso per alcune peculiarità interessanti come ad esempio Cartoceto e Fratte Rosa. Fuori regione, ho avuto occasione di visitare Torino, una città splendida e brillante che certamente può dare input utili. In particolare ho visitato al Lingotto la grande mostra retrospettiva dedicata all’artista siciliano Salvo. Sarebbe certamente interessante esporre le sue opere contemporanee in un sito archeologico come il nostro santuario La Cuma.
Se dovesse tornare a Monte Rinaldo dopo 10 anni di assenza, quale sarebbe la prima cosa che vorrebbe sicuramente rivedere o fare per sentirsi “a casa”?
Premetto che già solo l’idea può essere traumatica. La gioia del ritorno sarebbe pervasa dal rivedere tanti luoghi. Di sicuro una passeggiata in piazza per visitare Palazzo Giustiniani, un affaccio dal nostro belvedere e una tappa immancabile all’area archeologica al tramonto.
Intervista a cura di Sara Stangoni