Pubblicato in Interviste, News
09 Dic 24 INTERVISTE DAI COMUNI: Paola Salciarini, assessore alla cultura e turismo del Comune di Gubbio
Paola Salciarini è assessore alla cultura e turismo del Comune di Gubbio (PG) dal luglio 2024, nominata in un’amministrazione nuova rispetto alla precedente. Le abbiamo chiesto progetti, visioni e suggerimenti sulla sua città, tra le principali mete dell’Umbria.
La sua nomina ad assessore è recente, dalle ultime amministrazioni comunali di giugno 2024. Su quali eventi culturali e/o turistici avete da subito iniziato a lavorare per il Comune di Gubbio?
La mia è stata una nomina tecnica e di questo ringrazio l’Amministrazione del neo sindaco Vittorio Fiorucci. Da subito ho abbracciato le attività in essere degli uffici comunali e le ho portato avanti. Primariamente mi sono concentrata sugli eventi principali che caratterizzano la seconda metà dell’anno a Gubbio. In particolare era imminente l’organizzazione del Torneo dei Quartieri che coinvolge la città ad agosto. Nel frattempo era già partita la macchina del Doc Fest, altro evento caratteristico sempre ad agosto. E poi sicuramente di grande impegno è stato il programma del Festival del Medioevo, arrivato al decimo anno. È un grande momento culturale di studi, conferenze, laboratori e convegni che si tiene a settembre, di grande prestigio per la nostra città, e vogliamo impegnarci per farlo crescere ancora di più nella programmazione. A seguire ci siamo concentrati sulla Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco, con un rilancio e un rinnovamento rispetto agli anni passati per dare segnali di novità, oltre all’individuazione di location alternative dal momento che la piazza solitamente utilizzata è occupata da lavori di ristrutturazione. Senza dimenticare la stagione estiva al Teatro Romano e l’avvio della stagione di prosa al Teatro Comunale “Luca Ronconi”. Ora ci aspettano gli eventi del Natale, che sono un grande momento attrattivo per Gubbio che vanta l’Albero di Natale più grande del mondo. La nostra città offre veramente molti e differenti appuntamenti culturali, durante tutto l’anno.
Per quanto riguarda la comunicazione e promozione turistica, oggi la digitalizzazione è diventata fondamentale. Ci sono azioni e strumenti che reputa necessari per Gubbio e su cui intende lavorare?
Ritengo che a Gubbio manchi ad oggi un’adeguata comunicazione turistica sulla città e sulle molte proposte culturali e di intrattenimento che offre. Va invece fortemente intensificata anche con investimenti importanti soprattutto in termini di produzione di strumenti digitali e relativa gestione. Occorre appoggiarci ad un’agenzia esterna professionale che si occupi della comunicazione per 365 giorni all’anno, piuttosto che fare comunicazioni singole e temporanee, evento per evento. Altra figura fondamentale di cui dobbiamo dotarci a livello centrale è un social media manager per promuovere nello specifico proprio le attività turistiche e culturali, che si muova parallelamente alla comunicazione istituzionale. L’amministrazione precedente aveva già avviato il rinnovamento del sito di promozione ilikegubbio.com, su cui continueremo a lavorare per mettere in rete tutta una serie di offerte, pacchetti, interessi e attività turistiche pensate per i visitatori. Siamo convinti che sia necessario fare dei passi in avanti, abbracciare il tutto in maniera professionale per analizzare il diverso pubblico che possiamo e dobbiamo raggiungere in modo differente.
Dobbiamo tornare ad avere un turista che rimane più giorni, un elemento che manca negli ultimi anni. Gubbio sta perdendo il suo ruolo di meta di soggiorno per i turisti, diventando sempre più un luogo di passaggio per visite brevi. Dobbiamo tornare ad essere attrattivi, perché di offerta ce n’è tanta. Per ottenere questo risultato diventa fondamentale fare rete anche con i territori circostanti e tutta la fascia appenninica. Affinché questa strategia sia efficace, è necessario un approccio integrato che coinvolga non solo i comuni limitrofi, ma anche tutti gli attori del settore turistico, culturale e commerciale di Gubbio. La promozione turistica, che sia culturale, enogastronomica, dei percorsi naturalistici e di cicloturismo, deve essere parte di un piano ben articolato, che non si limita ad eventi sporadici ma che preveda un’offerta turistica continuativa e di qualità. Su questa linea, abbiamo imbastito i primi contatti per quanto riguarda il tema del tartufo, che caratterizza tutta l’Alta Umbria, per un lavoro di squadra che porti a parlare di un prodotto identificativo di un territorio e non delle singole città. Unire le forze è ormai imprescindibile.
__________________________________________________________________________
Desideri trasformare il tuo Comune
in una destinazione turistica?
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER “Mete non Comuni”.
Interviste, approfondimenti, strumenti, esempi virtuosi, opportunità.
RIMANI SEMPRE AGGIORNATO CON MAGGIOLI CULTURA > CLICCA QUI
__________________________________________________________________________
Parliamo ora di Gubbio come “meta turistica e culturale”: quali sono le tre cose assolutamente da fare o da vedere, secondo lei, per chi visita la vostra città?
Sono eugubina e assolutamente innamorata della mia città. Gubbio va visitata e conosciuta in ogni sua sfaccettatura. La bellezza assoluta è che qui possiamo abbracciare tutta la storia, dalla preistoria ai giorni nostri. Un luogo emblematico è la Gola del Bottaccione, riconosciuto nel 2023 tra i cento geositi al livello mondiale, quindi con valenza internazionale. È stato infatti insignito del ‘Golden Spike’, ossia il ‘Chiodo d’oro’, un ambìto riconoscimento internazionale da parte del mondo scientifico.
Consiglio, quindi, prima di tutto un vero ‘viaggio nella storia’. Tappa imprescindibile è Piazza Grande con la scoperta delle Tavole Eugubine custodite a Palazzo dei Consoli. La Gubbio romana si riscopre nel Teatro romano e nell’Antiquarium. Si prosegue con Palazzo Ducale e lo studiolo di Federico da Montefeltro. Ogni epoca storica ha le sue peculiarità e la sua attrattiva per il turista e viaggiatore. Gubbio permette oltremodo viaggi tematici. Ad esempio sulla figura di San Francesco, che a Gubbio ha indossato il primo saio. Tra l’altro, anticipo che per omaggiarlo in modo adeguato, durante le celebrazioni del 2026 per l’ottavo centenario della sua morte, organizzeremo una grande mostra che inaugurerà alla fine del 2025 per proseguire l’anno successivo. Il progetto è già in piena lavorazione con una squadra che coinvolge vari enti ed esperti. Desideriamo, infatti, essere presenti in modo significativo tra gli itinerari francescani di questa celebrazione.
Altro elemento che caratterizza Gubbio è la forte attenzione alla tradizione popolare. Si può quindi venire a visitarla durante i suoi grandi eventi: la Festa dei Ceri, il Palio della Balestra, la processione del Cristo morto il Venerdì Santo, il Torneo dei Quartieri.
Infine sono imperdibili le eccellenze enogastronomiche di Gubbio dal tartufo alla crescia, ai piatti tipici della nostra cucina su cui stiamo lavorando per valorizzarli sempre meglio.
Qual è, assessore, una delle ultime “mete” culturali/turistiche che lei ha visitato in Italia? Una mostra, un museo, un borgo, un monumento/edificio contemporaneo…
Il ruolo di assessore alla cultura mi ha indubbiamente impegnata da subito in questi mesi ed ho investito quanto possibile il mio tempo libero. Ho avuto però modo di assistere per la prima volta alla “Carmen” all’Arena di Verona ed è stata l’occasione per riscoprire questa città. È stato davvero un bel viaggio di un fine settimana: Verona è una città ricca ma a dimensione umana, ha un bellissimo centro storico pedonalizzato con un’ampia offerta di negozi. Visitare altre realtà cittadine aiuta anche a farsi un’idea di come si approccino al tema turistico, cosa funzioni meglio, cosa si possa prendere come ispirazione per progetti calati chiaramente sulle peculiarità del proprio territorio. Ad esempio, reputo che la residenzialità sia fondamentale da tutelare e incentivare nei centri storici: è uno dei temi caldi anche a Gubbio, pur essendo ancora vissuta dai suoi cittadini, su cui c’è bisogno di lavorare per non perdere la popolazione e la vita quotidiana.
Se dovesse tornare a Gubbio dopo 10 anni di assenza, quale sarebbe la prima cosa che vorrebbe sicuramente rivedere o fare per “sentirsi a casa”?
Sicuramente entrare a Palazzo dei Consoli, il cuore di Gubbio. Per me rappresenta l’austerità e la forza della nostra città, perché è rimasto immobile e intatto in questi secoli. Palazzo dei Consoli ha rappresentato per me, da sempre, un punto di riferimento e mi restituisce quel senso di sicurezza da cui trarre ispirazione. È l’emblema assoluto dell’essere eugubini.
Intervista a cura di Sara Stangoni