INTERVISTE FUORI DAL COMUNE: Costantino D’Orazio, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria

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10 Mar 25 INTERVISTE FUORI DAL COMUNE: Costantino D’Orazio, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria

Storico dell’arte e saggista, da gennaio 2024 Costantino D’Orazio è il direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia e della Direzione regionale dei Musei dell’Umbria. In precedenza ha rivestito l’incarico di curatore residente presso il Museo di Arte Contemporanea di Roma (MACRO). Curatore di esposizioni in Italia e all’estero, è autore di numerosi cataloghi d’arte e saggi, nonché ospite di alcuni programmi televisivi e radiofonici.

Oltre 140.000 visitatori hanno segnato il risultato 2024 della Galleria Nazionale dell’Umbria, il primo per lei alla direzione. Come possiamo commentare questo dato?

Il dato per me è doppiamente significativo: da un lato testimonia la curiosità e la voglia di scoprire un approccio diverso all’idea di museo, fatto di intrecci, di attività interdisciplinari, di connessioni in apparenza lontane ma capaci di restituire una prospettiva inedita; dall’altro significa che la proposta culturale che abbiamo progettato ha funzionato, prima di tutto grazie a un territorio che si è dimostrato non solo ricettivo, ma anche collaborativo, nell’accettare di partecipare come soggetto attivo. Ci siamo posizionati su uno scenario nazionale e internazionale con proposte valide e accattivanti, le quali hanno accresciuto alla il ruolo di voce significativa della GNU.

Il calendario 2025, appena presentato, è decisamente ricco e di qualità. Può illustrarci le mostre principali in programma nei prossimi mesi?

Iniziamo l’anno con una mostra alla quale tengo particolarmente.

La GNU ospiterà la mostra Fratello Sole, Sorella Luna. La Natura nell’arte, tra Beato Angelico, Leonardo e Corot, in occasione dell’ottavo centenario dalla composizione del Cantico delle Creature di san Francesco d’Assisi, tra i primi testi poetici in lingua volgare, ma anche prima manifestazione di un rapporto rinnovato con la Natura, alla quale il Santo dà del “tu” per la prima volta, in un ideale ecologico, nel senso etimologico del termine, che ha avuto un’influenza straordinaria sull’arte, a partire dal XIII secolo.

Nel mese di luglio riproporremo l’esperienza di Un Capolavoro a Perugia, che quest’anno sarà un prestito eccezionale dalla Pinacoteca Agnelli di Torino: arriverà Nu couché, 1917 di Amedeo Modigliani, offrendo per la prima volta l’opportunità di presentare a Perugia un approfondimento sulla figura e sull’opera dell’artista, con attenzione particolare alle iconografie antiche cui l’artista sembra essersi ispirato in chiave moderna.

Nella mostra perugina l’opera sarà, pertanto, messa a diretto confronto con una scultura africana che giungerà in prestito dal Museo delle Civiltà di Roma, che conserva una tra le più pregevoli collezioni etnografiche d’Italia, al fine di analizzare l’esordio del gusto esotico nel XX secolo, in un contesto nel quale si cominciano a mettere in discussione gli orizzonti colonialisti. Al contempo, la Galleria Nazionale dell’Umbria ospiterà alcune rappresentazioni della Venere dormiente, sia a olio su tela sia a stampa, provenienti da musei pubblici italiani, in modo da illustrare il mito ispiratore di questa iconografia. Disegni dell’artista, per lo più provenienti dalle collezioni del Museo Sforzesco di Milano e da Villa Necchi Campiglio (FAI) e alcuni ritratti permetteranno di inquadrare il lavoro di Modigliani, soffermandosi sulle sue capacità grafiche, sintetiche e penetranti.

Dal 1° novembre, Mimmo Paladino con Antologica sarà protagonista di una mostra che ricostruirà l’intero suo percorso, a partire dal lavoro di natura concettuale che conduce negli anni Settanta, fino alla svolta figurativa degli anni Ottanta, quando è uno dei principali esponenti della Transavanguardia. Delineato attraverso la collaborazione diretta con il maestro, il percorso di Mimmo Paladino sarà presentato attraverso opere seminali, come Silenzioso, mi ritiro a dipingere un quadro (1978), fino alle tele di grande formato che prevedono anche l’estensione nello spazio e la costruzione di capolavori a metà tra la pittura e l’installazione. La mostra aprirà anche una finestra sull’esperienza cinematografica dell’artista e sarà realizzata in collaborazione con il Comune di Perugia.

Per quanto concerne la programmazione di Camera Oscura, lo spazio della GNU dedicato alla fotografia, nel 2025 ospiterà due mostre. La prima, che prenderà avvio il 23 maggio per concludersi il 28 settembre, presenterà una selezione di immagini del lavoro che Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930) fece nella casa dove Giorgio Morandi (1890-1964) aveva lungamente vissuto con le sorelle e dipinto fino alla morte. Lo studio di Morandi – questo sarà il titolo della mostra perugina – si concentrerà sullo studio-camera da letto dell’artista bolognese fotografata con tutti i suoi oggetti, alcuni dei quali protagonisti dei quadri dell’artista, e sarà curata, come le precedenti, da Alessandra Mauro, curatrice anche del piccolo catalogo che uscirà per i tipi di Silvana Editoriale.

La stagione di Camera Oscura del 2025 si concluderà con una seconda mostra, curata da Alessandro Sarteanesi, dedicata a Mario Giacomelli (1925 – 2000) a chiusura, di fatto, del ciclo delle esposizioni dedicate al maestro di Senigallia in occasione del centenario. Con il titolo Mario Giacomelli: papaveri rossi saranno presentati al pubblico alcuni scatti inediti ed eccezionalmente a colori.

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Una Galleria che si apre sempre più al dialogo con le arti performative, alla città e all’inclusione sociale. Che stagione vi aspettate, quindi, per il 2025?

Siamo convinti che sia necessario continuare sulla strada della ricerca, dell’accessibilità e del coinvolgimento che caratterizzano la nostra attività ogni giorno, nel segno della massima apertura e collaborazione con tutti gli operatori culturali del territorio; ci aspettiamo una stagione capace sia di rispettare i successi del 2024 (e di accrescerli) sia di alzare l’asticella, proponendo delle esperienze che sappiano parlare linguaggi diversi, che sappiano attrarre fasce di pubblico sempre più numerose, ma soprattutto che ci aiuti ancora di più a indirizzare il nostro lavoro.

Ogni successo – così come ogni difficoltà – è prima di tutto un teste per noi, per riflettere ed effettuare un’analisi critica dei nostri metodi, delle nostre strategie e del nostro lavoro.

Ha un obiettivo, Direttore D’Orazio, che le piacerebbe realizzare nel suo incarico e su cui sta già lavorando?

Mi piacerebbe rendere la Galleria un luogo accessibile: è una parola abusata, soprattutto in questi tempi. Ma io intendo l’accessibilità come la capacità di trasmettere concetti universali per far sì che tutti sappiano leggerli sulla base della propria persona e del proprio vissuto.

Può dare il suo consiglio da Direttore su un aspetto o una peculiarità che non deve sfuggire a chi visita la Galleria Nazionale dell’Umbria?

Mi sento di consigliare di aprire gli occhi e di meravigliarsi di ogni singolo dettaglio, senza il timore di non essere all’altezza. Ma soprattutto di ricordarsi che siamo in ascolto, sempre. 

Intervista a cura di Sara Stangoni


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