INTERVISTE FUORI DAL COMUNE: Valeria Villa, storica dell’arte e restauratrice

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06 Lug 24 INTERVISTE FUORI DAL COMUNE: Valeria Villa, storica dell’arte e restauratrice

Dott.ssa Valeria Villa, lei è storica dell’arte e restauratrice del Centro Studi per la Valorizzazione, Conservazione e Restauro. Ci presenta un po’ di storia sulla sua carriera?

Il mio background di formazione congiunto, storica dell’arte e restauratrice, e questa professionalità “ibrida” e complementare è stata per me molto premiante. Mi sono laureata nel 1988 e l’anno dopo mi sono diplomata in conservazione e restauro alla Scuola di specializzazione a Botticino. È stato un periodo molto intenso della mia vita giovanile, in cui ho svolto anche un apprendistato presso un laboratorio di restauro importante di Milano che mi ha permesso di ottenere una formazione solida. A seguire ho avviato l’attività di libera professionista aprendo il mio Centro di studi a Varese, in cui tuttora mi occupo di consulenza, studio e restauro. Le mie attività principali sono l’analisi ricognitiva sia dal punto di vista dell’autenticità delle opere (che è stato un po’ il mio cavallo di battaglia) sia per quanto riguarda nell’ambito conservativo la prevenzione del degrado. Devo dire che sono molto soddisfatta e appagata professionalmente. La mia missione è conservare, preservare e valorizzare il patrimonio artistico di inestimabile valore che abbiamo ereditato per concorrere alla destinazione alle generazioni future, così come sancito dal nostro Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004 e dalla Convenzione di Faro del 2005, ratificata dal nostro paese nel 2020.

Quali progetti di restauro e conservazione ha seguito in modo particolare negli ultimi anni?

Sono progetti legati strettamente a due master di alta formazione che ho frequentato di recente. Ho scelto infatti di approfondire e perfezionare alcuni ambiti. Nel nostro lavoro, infatti, è necessario restare sempre aggiornati. Il primo master è stato presso l’Università degli Studi Roma Tre in “Strumenti scientifici per l’approfondimento della conoscenza e la tutela dei beni culturali”. Il processo di crescita professionale necessita, a volte, proprio di revisioni della propria formazione. Questo master di profilatura molto scientifica ed elevata mi ha permesso di entrare nella rosa degli specialisti della Camera Arbitrale di Venezia, capaci di diagnosticare le opere e di essere di supporto anche alla pubblica amministrazione per attività di consulenza di carattere preventivo e conoscitivo. Anche grazie a questa specializzazione ho lavorato con la Direzione generale dei Musei, tramite un bando con fondi PNRR, in particolare sono stata assegnata alla Direzione regionale Musei della Lombardia negli anni 2021-2022, sotto la direzione della dott.ssa Emanuela Daffra. Ho collaborato alla redazione di analisi ricognitiva dei loro musei e alla evidenziazione delle valenze da introdurre nella progettazione PNRR.

Il secondo master di alta formazione che ho seguito, invece, è stato presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze in “Gestione e conservazione delle opere d’arte contemporanee”. È stata un’esperienza complessa e impegnativa della durata di 700 ore in presenza, in due anni durante e post Covid (2020-2021). Mi è valso la possibilità di partecipare al bando indetto dallo stesso Opificio per una collaborazione a tempo determinato presso il Deposito del Santo Chiodo di Spoleto. Qui ho terminato da poco il mio incarico di storica dell’arte: ho gestito il flusso della messa in sicurezza delle mie colleghe restauratrici, mi sono dedicata all’organizzazione dell’archivio e di tutta l’attività da inserire in carta del rischio, il gestionale ministeriale. È stata un’esperienza edificante e molto interessante.

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Nel 2014 ha fondato “Cultura Valore”, di cui è anche consigliere di amministrazione. Quali sono gli obiettivi e  le attività che svolge?

“Cultura Valore” è una piccola società con sede a Milano, fondata insieme a Pietro Petraroia, già Direttore generale per la Cultura presso la Regione Lombardia e Soprintendente per i Beni artistici e storici per la Lombardia, e con Massimo Bottini, architetto specializzato in conservazione e restauro dei beni culturali architettonici e paesaggistici. Veniamo tutti e tre da un pregresso di volontariato molto attivo in Italia Nostra. Con “Cultura Valore” sto facendo un salto qualitativo nelle mie competenze, grazie proprio alla collaborazione con Pietro Petraroia e Massimo Bottini. Anche questa è una straordinaria esperienza, che completa la mia formazione. Generiamo valore economico e culturale sostenibile. Lo facciamo con attività di studio e progettazione finalizzate alla valorizzazione dei beni culturali e del paesaggio, di proprietà e di iniziativa pubblica o privata. Offriamo ai possessori di beni culturali e paesaggistici un supporto professionale continuativo per la valorizzazione di asset storici, che si sviluppi nel tempo con un bilanciato rapporto di costi e ricavi, al fine di migliorare la conservazione e la fruizione anche pubblica, in un quadro di sostenibilità sia economica che organizzativa, sia culturale che funzionale, a minor impatto su territorio e ambiente.

Attualmente sta seguendo un progetto in collaborazione con Maggioli Cultura e Turismo. Di cosa si tratta?

I rapporti con Maggioli Cultura e Turismo sono nati proprio tramite “Cultura Valore”. Sono stata incaricata di assistere e di svolgere un’attività di conservazione per la digitalizzazione delle opere di otto musei, di cui quattro in Lombardia, tre in Umbria e la Reggia di Caserta. È un progetto realizzato grazie ai fondi PNRR, di cui Maggioli Cultura e Turismo ha vinto l’appalto per questi otto musei ed ha quindi organizzato un team di professionisti: insieme a me ci sono Marco Di Lieto come project manager e Laura Criscuolo responsabile tecnica di Sinapsys. Abbiamo già fatto un sopralluogo in Lombardia, prendendo visione di tutte le opere e delle problematiche di un progetto così pionieristico. Siamo, infatti, il primo team a partire in Italia. La piattaforma unica nazionale DIPAC, in cui verranno caricati tutti i dati digitalizzati dai vari team incaricati, è in fase di perfezionamento. Ringrazio Maggioli Cultura e Turismo, nella persona di Mauro Villa, per avermi coinvolto in questo progetto e per la fiducia espressa, avvalorata anche dalla mia precedente esperienza nei musei della Lombardia e dalla conoscenza quindi delle loro realtà. In questi progetti si va veramente a toccare la loro “anima” dal valore inestimabile.

La Reggia di Caserta.

C’è un’altra operazione che le piace evidenziare nella sua attività?

Ho da poco formalizzato la donazione del mio archivio all’Archivio Storico Nazionale dei Restauratori Italiani (ASRI), guidata da Lanfranco Secco Suardo. Si tratta di 50 faldoni che racchiudono 37 anni di attività. Ho donato il mio archivio, a patto che venga digitalizzato. Con questo obiettivo abbiamo partecipato e vinto il bando TOCC del PNRR, riuniti insieme ASRI, “Cultura Valore” e Centro Studi per la Valorizzazione, Conservazione e Restauro. La copia digitale del mio archivio sarà consegnata all’Università degli Studi dell’Insubria, per tramite del Professor Renzo Dionigi, affinchè questo patrimonio di conoscenza non venga disperso. Sarebbe interessante anche la sua pubblicazione, come quella di tanti altri archivi molto importanti presenti in ASRI. Potrebbe essere premiante un lavoro sinergico tra ASRI e Maggioli. È un mondo completamente aperto, su cui si potrebbe davvero lavorare con grande attenzione e sarebbe premiante per tutti, se si pensa che ASRI è l’unico archivio al mondo a conservare e accogliere gli archivi dei restauratori italiani attivi non solo su territorio nazionale, grazie allo straordinario impegno del Conte Lanfranco Secco Suardo, diretto discendente del famoso restauratore e teorico ottocentesco Giovanni Secco Suardo.

Intervista a cura di Sara Stangoni


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