“La memoria del futuro”. A Bologna una mostra rende omaggio all’intellettuale Mario Ramous

Pubblicato in Dal mondo dei musei, News

07 Mag 22 “La memoria del futuro”. A Bologna una mostra rende omaggio all’intellettuale Mario Ramous

Frammenti di un universo di relazioni lunghe una vita. Mario Ramous ha toccato e illuminato la vita culturale della città di Bologna in modo poliedrico: poeta, latinista, italianista, critico d’arte e direttore editoriale. Sono solo alcune delle forme e attività culturali che hanno contraddistinto la figura di questo intellettuale e che per la prima volta sono presentate al pubblico nella mostra “La memoria del futuro. Mario Ramous un intellettuale a Bologna, dal dopoguerra agli anni Novanta”, presso le Collezioni Comunali d’Arte di Palazzo d’Accursio a Bologna. La mostra è organizzata dal Centro Studi Mario Ramous con la collaborazione di Scripta Maneant Editore.

Inaugurata il 6 maggio, è visitabile fino al 4 settembre 2022 (info mostra > tel. 051 2193998 – museiarteantica@comune.bologna.it – www.museibologna.it/arteantica).

L’archivio di Mario Ramous con oltre 15.000 documenti è stato donato oltre 20 anni fa a Casa Carducci. La mostra nasce dal desiderio del figlio Michele Ramous Fabj di raccontare la molteplicità degli interessi del padre, la sua costante attività di ricerca e studio e la sua pulsante propensione alla conoscenza, al confronto e al dialogo con i suoi contemporanei. Una vera eredità culturale straordinaria, lasciata da un intellettuale oggi impensabile, un enciclopedico che sapeva relazionarsi con tutti. Con ognuno trovava il registro giusto: con i poeti parlava di versi, con gli artisti di opere d’arte, con i latinisti di traduzioni.

Mario Ramous (Milano, 18.05.1924 – Bologna, 08.07.1999) era un amante della cultura in senso lato, dalla letteratura all’arte, dalla musica all’arredamento. Instancabile nella sua ricerca di “perfezione” e capace di far dialogare diverse forme di arte e comunicazione, è stato un intellettuale eclettico e originale che certamente ha lasciato e lascerà traccia di sé.

Mario Ramous insieme a Giorgio Morandi

 

Una mostra che è una riscoperta

È dalle parole del figlio Michele Ramous Fabj, nonché curatore della mostra insieme con Maura Pozzati, che emerge tutta la passione, l’attaccamento e l’umanità di questa esposizione. Che non ‘mostra’ solo oggetti, ma piuttosto rivela l’anima di un uomo che ha segnato un’epoca. Un evento più che personale, sicuramente.

«Per me questa mostra è prima di tutto una ‘riscoperta’ di mio padre. Nel 2017 ho deciso di ripubblicare tutta la sua opera poetica, perché fuori catalogo, e sono emersi molti aspetti. Per me la sua attività letteraria e le sue amicizie erano assolutamente la quotidianità. Il nostro sabato pomeriggio era andare insieme per mostre ed eventi culturali. Sono figlio unico e questa era la nostra intimità culturale. Grandi nomi del ’900 sono stati parte della nostra vita, tra cui Sandro Bolchi, Pietro Bonfiglioli, Pirro Cuniberti, Francesco Flora, Marino Marini, Giorgio Morandi, Concetto Pozzati, Sergio Romiti, Gianni Scalia, Emilio Scanavino, Mario Sironi, Adriano Spatola. A casa di mia madre c’è un divano dove occasionalmente si è fermato a dormire anche Pier Paolo Pasolini, se non trovava all’ultimo momento un posto in cui dormire a Bologna».

“La memoria del futuro”. Da dove nasce il titolo della mostra?

«Da mia madre, 95 anni portati benissimo e una donna ancora attiva. È la vera artefice di questa mostra, perché ha tenuto vivo, soprattutto in me, nella mia famiglia e nei nostri amici, il ricordo di mio padre. Per un Natale di qualche anno fa mi regalò tre piccoli quaderni dove ha raccontato la storia della sua vita insieme con mio padre e con noi. Li intitolò proprio “La memoria del futuro”, sottolineando quanto fosse importante conoscere la propria storia familiare per crescere e andare avanti. È un messaggio forte che mi ha toccato molto ed oggi non poteva che essere il titolo perfetto per questa mostra».

 

Una mostra per curiosi

Capire la figura di Mario Ramous, le sue diffuse conoscenze, le sue amicizie e relazioni, la sua ampia e variegata cultura, come i suoi manoscritti di poesie e traduzioni. «Costruire questa mostra è stato un po’ come rovistare nei cassetti della memoria, idealmente ma anche concretamente. E così sarà la mostra: un andare ‘a cercare’ nelle sei sale all’interno delle Collezioni Comunali! Nell’allestimento ho dovuto rinunciare ad un filo logico o cronologico, ma ho preferito adottare un criterio personale che potesse racchiudere tutti gli ambiti in cui ha spaziato mia padre, dalla letteratura, all’arte fino alla musica che adorava. Abbiamo ritrovato anche degli spartiti dimenticati in un cassetto e mai esposti, con composizioni complete scritte da lui. Non l’ho mai sentito suonare il pianoforte, ma mia madre mi ha sempre detto che aveva anche questa passione».

Manoscritti di poesie e traduzioni, disegni pubblicitari inediti come quelli realizzati per la Cynar, poesie visive, articoli di critica e rari volumi degli anni Sessanta e Settanta. Sono parte della collezione personale di Mario Ramous esposta in mostra in una continua scoperta di inediti, interessi poliedrici e della sua instancabile ricerca di “perfezione”. Una mostra, quindi, per curiosi: curiosi di un tempo in cui il fervore culturale e il confronto artistico tra intellettuali permeavano la quotidianità ed erano la base per ogni lavoro creativo.

Nelle sei sale si possono ammirare opere d’arte di indiscusso valore artistico-culturale: un disegno di Giorgio Morandi del 1915 dal titolo Piatti, segno dell’amore che il poeta e scrittore d’arte aveva per il pittore bolognese; il grande olio Omaggio a Carpaccio di Concetto Pozzati (1964), opera che «sancisce il passaggio dall’informale giovanile alla fase dialettica dell’ironia e della bifrontalità tipiche della pop art»; una tecnica mista di Rodolfo Aricò del 1965, Forma e campionario, quale testimonianza del loro sodalizio intellettuale e del comune «amore nei confronti della grande tradizione classica che si ribalta poi nel contemporaneo»; un olio su tela di Sergio Romiti del 1949, altra opera simbolo del «rapporto profondo tra due uomini di acuta sensibilità». Sono inoltre esposte edizioni a tiratura limitata, di cui Mario Ramous è stato curatore e autore: due esempi fra tutti Il libro delle odi. Versioni da Orazio (1962), con traduzioni di Mario Ramous e dodici litografie di Bruno Cassinari.

«Tra gli oggetti curiosi in mostra mi piace citare un mobile bar che è stato in casa nostra per tantissimi anni, con un disegno di Pirro Cuniberti a testimoniare la loro amicizia. Come anche una storia della letteratura italiana di Francesco Flora con dedica a mio padre, mia madre e a me bambino e le lastre di stampa originali delle opere di Giorgio Morandi e Marino Marini, pubblicate rispettivamente in I disegni di Giorgio Morandi (1949) e La memoria, il messaggio (1951). Vedere queste lastre è quasi un emozione: ti accorgi del loro valore solo quando le stringi in mano dopo tanti anni. Sono opere d’arte in sé, questo giustifica il numero limitato di stampe. Uno dei primi libri di poesie di mio padre, pubblicato per la casa editrice di Roberto Roversi, ebbe solo 57 copie di cui io ne possiedo ben quattro».

“La memoria del futuro” è l’omaggio ad una vita professionale in costante dialogo con l’arte e la cultura. «Spero che alla fine di questa mostra avremo stimolato la curiosità di qualche persona che vorrà sfogliare i suoi manoscritti e studiarli. Abbiamo in archivio tutti i suoi articoli di critica d’arte dal 1947 al 1950, tutte le presentazioni delle mostre fatte fino agli anni ’80 e mai riunite, oltre ad un epistolario con altri letterati e artisti di circa 2.000 lettere. Un vero patrimonio di relazioni».

Gli eventi collaterali della mostra

In concomitanza con la mostra, venerdì 18 maggio 2022, giorno di nascita dello studioso, alle ore 10 il Centro Studi Mario Ramous promuove la giornata di studio Dopo la critica (… bisogna spendere molte parole | tutte le parole | (e non basteranno) Mario Ramous…, presso la Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio. Per informazioni: centrostudi.marioramous@gmail.com.

Altro appuntamento sarà la pubblicazione di alcune poesie inedite di Mario Ramous, ritrovate da Michele Ramous Fabj e confluite nel volume edito da Scripta Maneant Archivio21. Poesie 4660/29. Per omaggiare una vita professionale in costante dialogo con l’arte, le poesie inedite sono corredate da disegni di Concetto Pozzati, scelti e selezionati dalla co-curatrice della mostra Maura Pozzati, e accompagnate da un testo a cura del poeta Giovanni Infelíse. Durante il periodo di apertura dell’esposizione la pubblicazione è disponibile presso il bookshop delle Collezioni Comunali d’Arte.

La mostra è realizzata con il sostegno di Comune di Bologna – Dipartimento Cultura e Promozione della Città, in collaborazione con Archivio Concetto Pozzati, Casa Carducci | Biblioteche di Bologna, Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica, media partner la Repubblica, e rientra nell’ambito di ART CITY Bologna 2022.

La memoria del futuro tratteggia l’affresco stimolante di un periodo culturalmente prospero e, forse, irripetibile, in cui il fervore e il confronto artistico tra intellettuali permeavano la quotidianità ed erano la base per ogni lavoro creativo.

 



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