28 Mar 22 PNRR: BANDI E FONDI PER IL TURISMO E LA CULTURA – I PIONIERI DELLA RIGENERAZIONE CULTURALE
A giudicare dalla loro partecipazione al bando per il finanziamento di progetti integrati di rigenerazione culturale e sociale dei piccoli borghi storici e di quelli soggetti a spopolamento e abbandono, c’è davvero da essere rassicurati sulla capacità degli Enti Locali di contribuire all’impatto positivo del PNRR sul turismo e la cultura del nostro Paese.
I piccoli Comuni italiani, quelli cioè con meno (spesso molto meno) di 5.000 abitanti, hanno risposto “presente” a questa prima grande “chiamata” del Piano con cui l’Unione Europea e l’Italia puntano a far ripartire il Paese dopo l’emergenza sociale ed economica prodotta dalla pandemia. La sfida è di quelle da affrontare prendendo un lungo respiro, cosa sempre difficile per Amministrazioni condizionate da risorse asfittiche e orizzonti elettorali limitati, per ripensare lo sviluppo dei nostri borghi con strategie che facciano leva sulla cultura per rilanciare la propria attrattività turistica e, grazie ad essa, dare ossigeno all’economia locale.
Due, distinte ma integrate, le linee d’azione con cui il PNRR ha lanciato questa sfida ai Comuni: la prima (Linea A) attraverso le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, la seconda (linea B) direttamente.
Alla prima hanno risposto tutti i 21 Enti coinvolti selezionando, a livello territoriale, la migliore proposta di rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi a rischio di abbandono o abbandonati. L’obiettivo è cioè quello di sostenere la rinascita di 21 borghi a rischio scomparsa del nostro Paese, uno per regione (due nel Trentino Alto Adige) con progetti ambiziosi, iniziative “faro” capaci di dimostrare che al declino dei nostri piccoli Comuni esiste un antidoto chiamato cultura, a ciascuno dei quali sono stati assegnati ben 20 milioni di euro.
E le risposte sembrano davvero aver colto la sfida con candidature innovative ma fortemente radicate nelle rispettive tradizioni. Come Rocca Calascio, (la mitica location abruzzese di film di successo come Ladyhawke e Il Nome della Rosa) che intende valorizzare il sito come albergo diffuso e offrire un soggiorno a coloro che si muovono lungo le ippovie degli Appennini, o Grizzana Morandi, che punta a rigenerare il borgo abbandonato di Campolo, sulle colline bolognesi, creando strutture di formazione e sperimentazione nel campo delle arti per attrarre e far nascere startup culturali. Come la realizzazione del giardino botanico e del parco agricolo esperienziale con cui il Comune di Andora, nel Savonese, punta a rigenerare il tessuto storico rurale locale o la valorizzazione dello straordinario patrimonio archeologico del “Santuario italico” di epoca sannita, che lascia senza fiato i suoi visitatori ad oltre mille metri di altezza e su cui ha puntato la sua scommessa per il futuro il Comune di Pietrabbondante, sui monti dell’Alto Molise. O come il recupero del patrimonio identitario della minoranza linguistica Mochena attraverso interventi green ad alta sostenibilità che caratterizzano il progetto di rinascita di Palù del Fersina in Provincia di Trento e quello dell’eredità Verghiana e della tradizione della lavorazione della concia su cui verte il progetto di rigenerazione del borgo “A Cunziria” del Comune di Vizzini sulle pendici etnee.
Da nord a sud i Comuni hanno risposto alla prima delle due sfide lanciate dal PNRR con idee originali che offrono uno spaccato realistico dell’eccellente visione strategica che il nostro Paese è in grado di esprimere quando è chiamato a definire un modello si sviluppo basato sul più importante e meno valorizzato dei suoi asset: la cultura.
Ma impressionante, senza dubbio, è stata anche la risposta data all’altra sfida, quella lanciata con la Linea B dell’investimento 2.1 (M1C3) del Piano, finalizzata alla realizzazione di progetti locali di rigenerazione culturale e sociale di borghi storici con meno di 5mila abitanti e non abbandonati. Al relativo avviso, scaduto il 15 marzo scorso, hanno risposto infatti circa 2.000 piccoli Comuni di tutte le 20 regioni, che hanno candidato ben 1.791 progetti (ai quali i Comuni, fermo il limite degli abitanti, potevano partecipare anche in forma aggregata fino ad un massimo di 3 Enti), sviluppando una richiesta totale di poco meno di 3 miliardi di euro, quasi 10 volte la disponibilità finanziaria complessiva del bando. Spicca tra tutti, con ben 249 progetti candidati dai suoi borghi, il Piemonte, seguito dalla Campania (175 progetti) e dalla Lombardia (139) ma colpiscono anche, per dinamismo, regioni piccole come il Molise, da cui provengono ben 42 progetti per un totale di 61 milioni di euro di richieste (20 volte la disponibilità ad esso attribuito nel riparto regionale) e, all’opposto, per minor adesione (ma forse maggior ragionevolezza) regioni importanti come la Puglia, i cui piccoli borghi hanno candidato 49 progetti per un totale di 81 milioni di euro a fronte dei quasi 48 ad essa destinati.
Presto, molto, presto, entro la fine di maggio, sapremo quali saranno i circa 200 progetti che beneficeranno del contributo previsto (intorno ad 1,6 milioni) e inizieranno a tracciare, illuminati dai 21 Comuni “faro” scelti dalle Regioni, questo nuovo “miglio” dello sviluppo del patrimonio culturale e turistico del nostro Paese che, in caso di successo, come tutti dobbiamo augurarci, potrà e dovrà essere percorso dalla stragrande maggioranza di altri piccoli e grandi tesori che rendono il nostro un Paese sorprendente e, anche per questo, straordinario.
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PNRR: BANDI E FONDI PER IL TURISMO E LA CULTURA
Rubrica a cura di Gianfranco De Gregorio
Laureato in Giurisprudenza, è consulente d’impresa e della pubblica amministrazione con 35 anni di esperienza in innovazione, comunicazione e progettazione comunitaria.