26 Giu 23 Rievocazioni storiche: perché spingono la destinazione turistica
Già da ieri si sentono i tamburi, le vie sono piene di bandiere sventolanti e, soprattutto, sui volti della gente di contrada, si riconosce facilmente quel misto di passione, speranza e voglia di stare insieme ancora una volta e sempre con lo stesso obiettivo: vincere. O forse no. Beh, per i contradaioli sì, è vincere l’obiettivo principale, ma è anche partecipare a tutto un rituale di eventi ed attività che accompagnano i giorni del Palio. Sì perché parto dal Palio di Siena, il più celebre a livello internazionale tanto da farlo scegliere come immagine di apertura del nuovo video promozionale del turismo in Toscana, per introdurre uno degli argomenti più dibattuti a livello di eventi nelle destinazioni turistiche soprattutto italiane: le rievocazioni storiche.
Da grande fan del prof. Barbero posso affermare che ci sono diverse interpretazioni ed approcci relativi alle rievocazioni storiche, nel nostro caso, a fini turistici (questa definizione non comprende il Palio di Siena che è fatto esclusivamente per i senesi). Dell’importanza degli eventi nella promozione turistica territoriale ne abbiamo già accennato, ma le rievocazioni hanno qualcosa di più che vale la pena approfondire.
La prima domanda che mi pongo è chiedermi (e chiedervi) perché, particolarmente in Italia, ce ne siano così tante e perché siano spesso legate a temi medievali. Le risposte, sempre seguendo il prof. Barbero, risiedono particolarmente nell’immaginario collettivo affascinato da quel periodo storico raccontato nei nostri territori da una miriade di castelli, cinte murarie e bastioni, più o meno ben conservati, che rimandano la mente alle battaglie ed agli amori romantici narrati nelle epopee cavalleresche che tutti abbiamo studiato a scuola. Ci sono anche quelle sugli antichi romani e sul Rinascimento, così come alcune che richiamano i fasti del popolo Etrusco.
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Su tutte il mio pensiero va ad una parola chiave: autenticità. Un evento che richiama un periodo storico come può rimanere fedele alla realtà effettivamente vissuta in quei periodi anziché edulcorarne i soli aspetti più “socialmente accettabili” in epoca moderna? Senza entrare nel dettaglio storico posso affermare che la cosa più importante, ai fini turistici, è che l’autenticità sia percepita dall’ospite come parte del vissuto della comunità ospitante. Approfondiamo questo aspetto. Più volte avrete letto di quanto sia importante la compartecipazione di ospiti e residenti nelle attività turistiche: tutti vogliono vivere il territorio COME un local (più spesso CON un local). Ed allora perché il turista viene solo al Palio di Siena invece che partecipare, con i residenti, alla vita di contrada anche solo diventando “protettori” cioè supportando le attività che durante tutto l’anno vengono realizzate per i residenti? Perché il turista non partecipa alla realizzazione sartoriale (ed amatoriale) degli abiti che sfilano al Carnevale di Venezia, ma stanno solo ad assistere, in mezzo ad una marea di cellulari in modalità “registrazione video”, al volo della Colombina? La risposta che mi viene in mente per prima è che l’evento in sè è più instagrammabile e quindi facilmente spendibile sui social piuttosto che prendersi cura di quella tradizione ed investire per mantenerla viva.
Il passaggio tra il fruire di un evento e compartecipare alla sua creazione è ancora molto lontano. Eppure, ai tempi dell’Università (selettivo corso di Economia del Turismo presso la sede distaccata di UNIPG ad Assisi), un’esperienza di questo tipo l’ho vissuta ed è stata illuminante: vivere il Calendimaggio da protagonista. I rioni di Assisi (“Parte de Sopra” e “Parte de Sotto”) ricordano gli scontri tra guelfi e ghibellini del periodo di fine 1300 con una rievocazione storica molto partecipata sin dal 1954. La curiosità di saperne di più e la voglia di divertirci insieme con i coetanei residenti ha portato un gruppo di noi studenti a prendere parte ad un intero anno di preparazione dell’evento e, soprattutto, a partecipare in prima persona come “duellanti”. MAI mi sono sentito così partecipe di un luogo, di una storia e di una comunità come in quell’occasione. Per questo torno ogni anno a rivivere, anche da esterno, quelle emozioni e ne parlo con chiunque mi chieda quale sia il mio luogo (turistico) del cuore. Se una destinazione riesce, attraverso le rievocazioni storiche quali eventi specialmente rappresentativi della storia, cultura e folklore locale, a trasmettere questo legame tra presente e passato ha vinto. Ha vinto soprattutto perché così facendo ha creato un ponte che da quel passato rievocato (e presente vissuto) porta ad un futuro di passaparola emozionanti che portano a prenotazioni senza troppa attenzione al prezzo. Proprio il tipo di risultato che necessita alle destinazioni, grandi o piccole, che vogliono affiancare ai social media ed alla pubblicità in genere, una leva di marketing strategica (oltre le celebri 4P) chiamata “persone” che creano legami e si scambiano emozioni e… non badano al prezzo!
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MARKETING TERRITORIALE
Rubrica a cura di Marco Cocciarini
Laureato in Economia del Turismo, è consulente di sviluppo innovativo strategico e tecnologico per il destination management turistico in particolare su progetti di cooperazione internazionale e locale. È stato business developer di alcune delle più celebri startup italiane in ambito turistico ed è attualmente responsabile territoriale della loro associazione nazionale.