L’intera area del Mediterraneo è un territorio accomunato dallo sviluppo sociale europeo, caratterizzato dall’accentramento in “polis” quindi città come centro economico-culturale per tutte le popolazioni intorno al Mare Nostrum. Alcune di queste città sono diventati grandi centri altri invece sono rimasti piccoli villaggi. Proprio questi ultimi, ovunque nell’area a partire dagli anni ‘70, sono diventati oggetto di una forte emigrazione dovuta alla carenza di opportunità che questi territori offrivano a chi volesse affrancarsi dal lavoro nei campi. Questo ha prodotto un progressivo spopolamento di un gran numero di piccoli comuni soprattutto quelli la cui accessibilità per motivi orografici, ad esempio, è difficoltosa. Allo spopolamento, ma soprattutto all’invecchiamento dei pochi residenti rimasti, si è affiancato un progressivo abbandono anche delle campagne, una delle concause, insieme al cambiamento climatico, del dissesto idrogeologico.
In questi territori, a partire dagli anni 2000 e 2010, si è iniziato un percorso inverso fatto di animazione territoriale, coinvolgimento dei giovani attraverso il racconto identitario e di “rooting” (ricerca delle origini ma poi traslato anche in turismo delle origini) volto alla ricerca di una felicità che è sempre meno legata al reddito ma più alle relazioni sociali. In questo contesto, certificato dai report quadrimestrali della European Travel Commission, il turismo nei piccoli borghi alla ricerca di autenticità e di relazioni genuine è cresciuto notevolmente in termini di flussi ma soprattutto sta raccogliendo l’eredità delle grandi città d’arte (che tutti hanno ormai visitato una volta nella vita grazie alla politica dei viaggi low cost sia via aerea che a terra) in termini di capacità di spesa di quel target di turisti.
Questo aspetto determina, in tutta Europa e nei Paesi dell’area Mediterranea, un inizio di pressione di questi turisti verso i piccoli centri sia a livello infrastrutturale (richiesta di strade facilmente percorribili e collegamenti con mezzi pubblici frequenti) sia, soprattutto, a livello di servizi, dall’accoglienza alle esperienze. Mentre fino a qualche anno fa i borghi erano visitati dai “pionieri” (in destination management turistico sono i primi che sperimentano una destinazione e che fanno poi da traino per far maturare la destinazione) ora siamo già nella fase in cui chi viene in visita non si accontenta ma richiede servizi adeguati, ben organizzati, offerti da personale professionale. Il tutto mantenendo autenticità e soprattutto sostenibilità ambientale. Sempre dall’European Travel Commission, infatti, notiamo come il target dei turisti dei piccoli borghi sia un utente molto attento al rispetto della natura, delle tradizioni e sia in cerca di relazioni autentiche e per soddisfare queste sue esigenze è disposto a spendere, molto. O quantomeno molto di più di quanto ci si aspettava fino ad uno o due decenni fa quando il turismo balneare e quello culturale erano i due traini principali dell’industria turistica. In alcuni Paesi dell’area Mediterranea, penso alla Croazia o alla Grecia, l’economia turistica balneare (e culturale) è così preponderante da aver sostanzialmente “dimenticato” i piccoli borghi dell’entroterra abbandonandoli, poco a poco che i residenti lasciano questa terra, all’oblio. In Italia l’attenzione è molto più alta perché questi borghi spesso racchiudono tesori d’arte e sono custodi di tradizioni centenarie e finanche millenarie che tutte le amministrazioni pubbliche hanno interesse a valorizzare e sulle quali investono ingenti risorse (rapportate al bilancio comunale, ovviamente) per il loro mantenimento.
Piccoli borghi: creare un prodotto turistico sostenibile
Su questo si instaurano le necessità emerse dalle ricerche più attuali sui target turistici: necessità di certificare quei piccoli comuni che si impegnano nell’attenzione all’ambiente ma anche al rispetto delle migliori buone pratiche in tema di etica e sociale in particolare puntando sugli SDGs, gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. E sempre su questo si instaura la necessità di sviluppare nuovo prodotto turistico, più attinente e curato proprio per il target sopra citato, per consentire di creare un flusso che cresca in modo sostenibile nel tempo e che si rafforzi come percezione di qualità e diventi, se così possiamo dire, “di moda”. Infine, il coinvolgimento delle comunità locali, sia degli attuali residenti sia di nuovi sia di temporanei (come i nomadi digitali il cui numero ed apporto sia economico che sociale sta crescendo moltissimo e può fare realmente la differenza in questi piccoli territori), nella gestione attiva del turismo in modo che la responsabilità del territorio e di quello che ci avviene sopra sia condivisa includendo sia pubblico che privato.
Questi tre aspetti, certificazione credibile, nuovo prodotto tematico e responsabilità condivisa nella gestione dei servizi, sono parte di un modello sostenibile nel tempo e nello spazio.
Tre esempi virtuosi
Ci sono molti esempi virtuosi di questi piccoli comuni che hanno deciso di affrontare questi tre step. Il primo è rappresentato dal virtuoso progetto di “Bandiere Arancioni” del Touring Club Italiano che valorizza quei borghi che si impegnano ad una accoglienza autentica, tematica e sostenibile. Alla certificazione si affiancano servizi di comunicazione e marketing nei quali il TCI è assolutamente un attore credibile sul mercato.
Il secondo è Joynplayce.com un moderno ed accurato catalogo di activities esperienziali curate da “buddies” locali altamente qualificati.
Il terzo infine sono gli esempi delle cooperative di comunità in ambito turistico ma soprattutto delle DMO/DMC ad indirizzo pubblico come l’esempio di Valdichiana Living, ambito territoriale toscano che segue l’indirizzo pubblico dell’assessorato regionale, di Toscana Promozione Turistica e degli assessorati dei comuni che ne fanno parte ma che, attraverso il veicolo dell’Associazione Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese ha costituito un proprio tour operator incoming: “Valdichiana Living Tours & Vacation Tuscany” e gestisce servizi come le degustazioni, gruppi e la vendita dei prodotti tipici locali. Un esempio più locale rispetto al colosso Trentino SpA/Trentino Holidays ma con le stesse logiche. Vincenti.
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MARKETING TERRITORIALE
Rubrica a cura di Marco Cocciarini
Laureato in Economia del Turismo, è consulente di sviluppo innovativo strategico e tecnologico per il destination management turistico in particolare su progetti di cooperazione internazionale e locale. È stato business developer di alcune delle più celebri startup italiane in ambito turistico ed è attualmente responsabile territoriale della loro associazione nazionale.
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